Ha provocato una strage l’incendio divampato in un dormitorio di studentesse della città di Mahdia, in Guyana. Le autorità locali sono riuscite a risalire alla responsabile del rogo: si tratta di una ragazza di 14 anni, adirata per il sequestro del suo telefono.
La vicenda ha avuto luogo a circa duecento miglia a sud di Georgetown, la capitale del Paese in Sudamerica. Tutto è cominciato dopo una punizione ricevuta della studentessa: il cellulare le è stato sequestrato in seguito alla scoperta di una sua relazione con un uomo più anziano di lei. Dopo il provvedimento, secondo alcuni testimoni, la giovane sarebbe andata su tutte le furie. Avrebbe minacciato di dar fuoco all’edificio qualora l’oggetto non le fosse stato restituito.
E così, la ragazza sarebbe passata dalle parole ai fatti. Armata di insetticida, avrebbe spruzzato il liquido infiammabile su una tenda e appiccato il fuoco con un fiammifero. L’incendio è divampato rapidamente, poco dopo la mezzanotte: le inquiline del dormitorio non avevano alcuna via di fuga, perché il luogo era stato chiuso a chiave per evitare che le ragazze uscissero senza permesso. Si è trattato dunque di un’autentica tragedia: 19 studentesse hanno perso la vita, mentre altre nove sono ricoverate in gravi condizioni.
Guyana, strage in un dormitorio di studentesse: la piromane è in ospedale ma è fuori pericolo
Gli inquirenti hanno cercato di ricostruire gli istanti concitati dell’incendio nel dormitorio. La guardiana, responsabile della chiusura a chiave delle porte, non è riuscita a ritrovare le chiavi per via del trambusto. I soccorsi intervenuti sono stati così costretti a praticare dei varchi nel muro per salvare le persone intrappolate.
Diverse persone, tra cui molte studentesse, sono state smistate in diversi ospedali per ricevere le cure necessarie. Tra le vittime c’è anche la figlia della custode, una bambina di 5 anni. Anche la presunta responsabile si trova ricoverata con ustioni su tutto il corpo. Non sarebbe, tuttavia, in pericolo di vita. Con tutta probabilità, una volta guarita, per lei si apriranno le porte del carcere minorile, dove rimarrà detenuta fino alla maggiore età. Chi indaga è al lavoro per risalire all’identità del compagno della 14enne, a rischio perché maggiorenne. Quest’ultimo, tra l’altro, potrebbe essere accusato di stupro, perché la ragazza ha meno di sedici anni.