Sconto Imu e Tari nel 2023: è possibile? E di quanto sarebbe la riduzione? L’articolo 118-ter del Decreto Legge 34/2020 introduce una potenziale agevolazione fiscale per i contribuenti, permettendo uno sconto massimo del 20% sulle tasse IMU (Imposta Municipale Propria) e TARI (Tassa sui Rifiuti). Perché potenziale? Lo sconto di cui stiamo parlando, infatti, non è automatico, ma subordinato alla decisione dei Comuni e alla disponibilità di pagamento tramite la piattaforma PagoPA.
Sconto Imu e Tari 2023: cosa dice la normativa (Articolo 118-ter DL 34/2020)
La clausola chiave dell’articolo 118-ter, intitolato “Riduzione di aliquote e tariffe degli enti territoriali in caso di pagamento mediante domiciliazione bancaria“, stabilisce due elementi fondamentali.
Prima di tutto, affida ai Comuni la facoltà di ridurre le aliquote e le tariffe dei tributi locali fino al 20%. In secondo luogo, stabilisce un prerequisito per ottenere lo sconto: il contribuente deve effettuare i pagamenti tramite domiciliazione bancaria o postale.
Entrando più nel dettaglio della norma, ecco cosa stabilisce l’art. 118-ter del suddetto DL, convertito in Legge n. 77 del 17 luglio 2020:
Gli enti territoriali possono, con propria deliberazione, stabilire una riduzione fino al 20 per cento delle aliquote e delle tariffe delle proprie entrate tributarie e patrimoniali, applicabile a condizione che il soggetto passivo obbligato provveda ad adempiere mediante autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento su conto corrente bancario o postale.
Non è possibile prevedere quanti Comuni adotteranno questo vantaggio fiscale, ciascuno agirà a propria discrezione, considerando peraltro che è certo che le amministrazioni locali hanno bisogno di risorse e non tutti potrebbero non essere così pronte a rinunciare alle entrate fiscali.
Cosa sono IMU e TARI?
Prima di addentrarci nel funzionamento dello sconto, è importante comprendere appieno cosa rappresentano IMU e TARI. L’IMU, o Imposta Municipale Unica, è un’imposta che i proprietari di case (escludendo la prima casa), negozi o terreni sono tenuti a pagare.
La TARI, o Tassa sui Rifiuti, copre la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e il servizio di nettezza urbana. Quest’ultima è dovuta anche se la proprietà non è utilizzata, a meno che non sia vuota e priva di utenze collegate.
Sconto Imu e Tari 2023: come controllare se il Comune lo consente
Come già detto, la legge stabilisce che i Comuni possono decidere di ridurre le tariffe e le aliquote delle entrate tributarie e patrimoniali fino al 20%, a patto che il contribuente autorizzi il pagamento diretto su un conto corrente bancario o postale.
Per verificare se il proprio Comune ha adottato lo sconto, i contribuenti devono visitare il sito web del proprio Comune. Se lo sconto è disponibile, devono comunicare al Comune la loro intenzione di pagare tramite domiciliazione bancaria. A questo punto, il Comune addebiterà l’importo già scontato.
È comunque consigliabile leggere attentamente le procedure sul sito del Comune di riferimento e seguire le indicazioni fornite. Infatti, questo processo potrebbe variare da un Comune all’altro, quindi è sempre consigliabile verificare le procedure specifiche sul sito web del proprio Comune.
La disponibilità dello sconto dipende quindi dalla decisione del Comune: se previsto, lo sconto è dovuto, altrimenti non potrà essere richiesto.
Sconto Imu 2023 fino al 70%: chi può averlo
In certi casi specifici, si avrà l’opportunità di beneficiare di una riduzione significativa del 50% sull’IMU.
Se si ha messo a disposizione del proprio figlio un’abitazione attraverso un contratto di comodato d’uso gratuito, si potrebbe essere idonei a uno sconto del 50% sulla base imponibile dell’IMU. Per ottenere questa riduzione, è necessario soddisfare alcune condizioni:
- Avere un contratto di comodato d’uso gratuito della casa registrato presso l’Agenzia delle Entrate;
- Assicurarsi che l’abitazione non sia classificata come di lusso o di pregio;
- Garantire che il contratto di comodato d’uso gratuito sia tra parenti di primo grado in linea diretta (genitori-figli);
- Essere residente nello stesso Comune in cui si trova la casa concessa in comodato;
- Possedere al massimo due immobili ad uso abitativo, sempre nello stesso Comune.
La base imponibile dell’IMU può essere ridotta del 50% anche per le case considerate inagibili. In questo caso, si dovrà presentare la dichiarazione IMU al Comune insieme a un’attestazione di inagibilità rilasciata da un tecnico qualificato. Inoltre, se la propria casa è considerata inagibile, non si dovrà pagare la TARI, a condizione che l’abitazione sia disabitata e priva di arredi e utenze.
Infine, se si possiede una casa in Italia, dove si riceve una pensione, ma si risiede all’estero, si può beneficiare di uno sconto del 50% sull’IMU, dopo aver presentato apposita domanda. Questa richiesta è necessaria anche se si vuole usufruire di uno sconto del 66% sulla TARI, agevolazione valida solo per i proprietari di case residenti all’estero.
Interessante notare che, se si opta per il pagamento tramite domiciliazione bancaria, si potrà godere di un ulteriore sconto, come sopra descritto, e l’IMU potrebbe essere ridotta fino al 70%.