Taglio del cuneo fiscale: introdotto dal Decreto Lavoro, per vederne effettivamente gli “effetti” nelle buste paga bisogna attendere. Con il taglio del cuneo fiscale il Governo si pone l’ambizioso obiettivo di aumentare le buste paga dei lavoratori dipendenti.
Diversamente dalle aspettative, i cambiamenti degli stipendi non si verificheranno già a partire dal mese di maggio, ma si dovrà attendere fino al mese di luglio.

Come cambiano effettivamente gli stipendi? Chi avrà gli aumenti e di quanto?

Taglio del cuneo fiscale, cambiano le buste paga

Le attese sono leggermente più lunghe rispetto alle previsioni. L’esonero contributivo previsto dal Decreto legge n. 48/2023 non si applica a partire dal mese di maggio, bensì a partire dal mese di luglio 2023. Pertanto, per vedere gli effetti concreti del taglio del cuneo fiscale in busta paga si deve attendere fino alla seconda metà dell’anno.

Le buste paga cambieranno ancora dopo le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio. Ricordiamo che la manovra finanziaria aveva introdotto il taglio di 2 punti percentuali ai quali si sommeranno altri quattro punti previsti dal Decreto Lavoro, approvato il 1° maggio scorso. Pertanto, a partire dal mese di luglio e fino alla fine dell’anno, sarà applicato un taglio di 6 punti percentuali sulle buste paga dei lavoratori dipendenti che hanno redditi fino a 35.000 euro.

Prima di spiegare quali saranno gli effetti sugli stipendi, è bene soffermarsi un attimo sul concetto di cuneo fiscale. Cosa rappresenta? Si tratta delle imposte e dei contributi a carico in percentuale dal datore di lavoro e dal lavoratore dipendente sulla retribuzione. In definitiva, la percentuale del cuneo fiscale determina l’importo che effettivamente viene riconosciuto in busta paga, oltre che il costo del lavoro per l’impresa. L’Italia è uno tra i Paesi con una percentuale più alta.

Con il taglio del cuneo fiscale, si cerca di ridurre la differenza tra lo stipendio lordo che spetta al lavoratore dipendente e lo stipendio netto che effettivamente percepisce in busta paga, a seguito dell’applicazione dei contributi e delle imposte sul reddito.

Per chi cambiano le buste paga

Si parla di un aumento ci circa 100 euro in busta paga, per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti che hanno già beneficiato dell’esonero contributivo del 2-3%. Lo sgravio non è uguale per tutti, ma varia in base alla retribuzione lorda annua di ciascun lavoratore.
Più precisamente, per i lavoratori con una retribuzione fino a 25.000 euro, l’aumento sarà pari a 96 euro al mese; per i lavoratori con una retribuzione fino a 35.000 euro, ci sarà un aumento in busta paga di 99 euro al mese.

Tuttavia, a dispetto delle previsioni iniziali, gli aumenti non ci saranno a partire dal mese di maggio, ma si dovrà attendere luglio. Nelle cifre indicate, si deve anche considerare l’aumento previsto già dalla Legge di Bilancio 2023. A conti fatti, il taglio del cuneo fiscale previsto dal Decreto Lavoro garantirà un aumento aggiuntivo di circa 50 euro.

L’aumento sarà presente nelle buste paga fino alla fine dell’anno, ma l’ulteriore esonero non toccherà la tredicesima.
Qual è l’obiettivo del Governo per il futuro? Il taglio del cuneo fiscale, per adesso, ha una data di scadenza. Tuttavia, il taglio verrà attuato anche il prossimo anno, ma per farlo servono nuove risorse. Si tratta di una misura che richiede ingenti spese, basti pensare che il taglio per il 2023 ha un valore che si aggira quasi attorno ai 10 miliardi di euro.

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