Dopo 15 anni insieme le strade di Lotito e Tare si separano. La scelta è stata fatta, il contratto andrà in scadenza alla fine di giugno e, salvo colpi di scena clamorosi dell’ultimo minuto, non sarà rinnovato. A dicembre il patron biancoceleste aveva ipotizzato un triennale con cifre più basse rispetto a quelle percepite al momento, ma questa possibilità, quando mancano due giornate alla fine della stagione, pare essere totalmente sfumata. Tare va via dalla Lazio, il suo futuro non è con Lotito.
Tare via dalla Lazio, le ultime sul futuro
Prima da calciatore, poi con un ruolo dirigenziale. La storia che lega Tare alla Lazio ha radici profonde. “Sono legato con grande affetto a questa società perché ho passato qui 18 anni della mia vita. I miei figli sono nati a Roma, è un legame che non si spezzerà mai. Tra un mese però il contratto scade e dovremo parlare con il presidente, ci penserò bene per il mio futuro. Alla fine di un percorso è necessario fare un resoconto e prendere la giusta decisione per me e per la società. Io penso di essere stato chiaro: la cosa che conta di più è il bene della società e io farò la mia parte” aveva detto il diesse lunedì sera ai microfoni di Sky Sport, durante la “Charity Gala Dinner”. Parole chiare, che sanno già di addio.
E subito dopo, l’incontro con il presidente Lotito, secondo quanto riporta l’edizione odierna del Messaggero, c’è stato. Una chiacchierata durata fino alle tre di notte, un faccia a faccia vero e sincero che ha portato a una conclusione a questo punto evidente. Tare ha le valige pronte, quello che sta per iniziare sarà il suo ultimo mese alla Lazio. Il contratto scadrà il prossimo 30 giugno e a quel punto la sua esperienza in biancoceleste sarà davvero finita. Entrambi hanno già iniziato a guardarsi intorno per determinare il futuro.
Il rapporto con Sarri
La Lazio ora deve pensare soltanto a portare punti a casa nelle ultime due giornate di campionato. La qualificazione alla prossima Champions League è già stata festeggiata grazie alla vittoria di Udine e ai punti di penalizzazione inflitti alla Juventus. Ma l’obiettivo, a questo punto, deve obbligatoriamente essere il secondo posto. I biancocelesti sanno di poterlo raggiungere e daranno il massimo nelle ultime due gare per farlo, potendo contare anche sugli scontri diretti delle avversarie.
Tare, un passo indietro rispetto al resto dei protagonisti, si gode il momento. D’altronde quello che la Lazio sta raggiungendo è risultato anche del suo lavoro. L’ultimo anno però non è stato facile per il direttore sportivo. Dall’arrivo di Sarri sulla panchina del club le cose sono cambiate. Qualche discussione, tra il presidente e il DS, c’era stata già prima che Simone Inzaghi andasse via. Ma poi si era scelto di proseguire ancora insieme, ma oggi lo scenario è completamente cambiato. Tra il nuovo mister e il direttore il rapporto non è mai decollato e piano piano Tare è stato messo alla porta. Sarri non ha mai dato un out-out, ma è convinto che l’ex attaccante non comprenda a pieno il suo gioco e quindi come muoversi sul mercato. “Arriva il momento in cui Lotito deve pensare solo al bene della Lazio, senza lasciarsi trasportare dai timori e dal sentimentalismo. Tare è ai saluti, salvo colpi di scena difficilmente otterrà la famosa offerta di un triennale (al ribasso) paventata dal presidente a dicembre scorso. Dovrebbe andare via Sarri per cambiare lo scenario” scrive il Messaggero dell’edizione odierna e poi ancora: “Già due anni fa era nell’aria il divorzio, prima che Simone Inzaghi salutasse e il presidente ci ripensasse proprio all’ultimo. La scorsa estate l’inserimento di Fabiani nell’organigramma e gran parte del mercato condotto in prima persona dal patron erano già avvisaglie di un pentimento. L’ultimo anno Tare lo ha trascorso ai margini”.