Salvini pone il veto su Bonaccini Commissario, avanti e indietro. Non basta vedere che la gente soffre giorno dopo giorno, ora dopo ora, adesso ci si mette anche la politica a rallentare la situazione. C’è bisogno di un commissario per l’emergenza in Emilia Romagna, ma all’interno della maggioranza di governo non c’è accordo e slitta la nomina.

E’ una partita a scacchi e bisogna fare attenzione. La Premier Giorgia Meloni non si azzarda a fare alcuna mossa anzi prende tempo e cerca di trattare. La ricostruzione è materia troppo importante, ma il presidente del consiglio non vuole assolutamente perdere tempo e inviata i suoi colleghi di governo a non cincischiare troppo perché serve con urgenza una persona che prenda in mano la situazione e la porti avanti alla svelta.

Salvini Veto Bonaccini Commissario. La trattativa

Stefano Bonaccini, candidato naturale e pronto all’incarico di commissario, fa il suo ingresso a Palazzo Chigi insieme alle parti sociali e, naturalmente, come lui stesso spiegato al Governo e ai cronisti, propone il “modello Emilia-Romagna”.

La Premier incontra le parti per tutto il giorno quasi, tra questi c’è anche Stefano Bonaccini a cui lei stessa non avrebbe problemi a dare l‘incarico di Commissario per l’emergenza, anche per avere meno responsabilità in questo senso, ma all’interno della maggioranza c’è Salvini che freme e scalpita.

Troppe le famiglie che soffrono

Il capitolo ricostruzione è senza dubbio l’allegato più pesante e serio nel decreto alluvione. Per questo c’è fretta rimettersi in moto e soprattutto in sesto, ci sono troppe famiglie che soffrono e non è giusto che si vada avanti in questo modo

Il problema è Matteo Salvini che non vuole assolutamente Bonaccini, non per un motivo personale (ci ha parlato al telefono), ma perché lui e gran parte della Lega lo considera tra i maggiori responsabili del disastro che si è venuto a creare. C’è una trattativa immensa e ancora nessun accordo. È un argomento che resta lì, sospeso, fra la premier Meloni e Bonaccini seduti una al fianco dell’altro durante il confronto che segue il consiglio dei ministri. Bisogna aspettare e vedere quel che succede, ma il Premier rischia di perdere la pazienza davanti a una simile decisione.