Gershkovich dovrà rimanere altri tre mesi in Russia. La sua permanenza nel paese slavo è stata prolungata dopo una decisione del tribunale di Mosca, su richiesta degli inquirenti.

Evan Gershkovich detiene un bel record. È stato il primo giornalista dalla caduta dell’Urss ad essere imprigionato con l’accusa di spionaggio. Gershkovich, nato il 26 ottobre del 1991, è un giornalista americano del The Wall Street Journal, inviato in Russia. Il giornalista era stato arrestato il 30 marzo del 2023 ed è detenuto nel carcere moscovita di Lefortovo.

Già venerdì scorso, il 19 maggio, la Russia aveva negato un visto consolare al giornalista per la seconda volta. In realtà sembrerebbe che questa sia stata una vera e propria ripicca. Una scelta arrivata dopo il rifiuto di Washington a concedere i visti ad alcuni giornalisti russi, il mese scorso, quando il ministro degli Esteri Serghei Lavrov andò a New York per le riunioni del Consiglio di sicurezza Onu. 

Gershkovich, il tribunale di Mosca proroga il periodo di detenzione fino al 31 agosto

Il tribunale di Mosca, citato dalle agenzie russe, ha fatto sapere di aver:

“accettato la richiesta degli inquirenti di prolungare la misura preventiva sotto forma di detenzione fino al 30 agosto”,

La decisione del tribunale rispecchia quanto richiesto dai servizi di sicurezza russi. Secondo il Cremlino, il giornaliste del The Wall Street Journal è stato arrestato in “flagranza di reato” senza però fornire delle prove. Il dossier è infatti stato classificato come segreto. Gershkovich è accusato di aver raccolto informazioni sull’industria della difesa russa. Da parte americana, tutti respingono categoricamente le accuse. Il giornalista rischia 20 anni di carcere.