Sono passati trentuno anni dalla strage di Capaci. Trentuno anni senza Giovanni Falcone, l’uomo che si è immolato per lo Stato, contro tutti e contro la mafia. Il suo insegnamento, così come quello di Borsellino, ancora oggi continua. Probabilmente dalla sua morte si è fatto tanto, ma ancora non è sufficiente per sradicare la criminalità organizzata. Piera Aiello, già deputata del Movimento 5 Stelle, conosce bene quel mondo. Oggi vive sotto scorta, per aver denunciato, a soli 18 anni, l’appartenenza della famiglia di suo marito, Nicola Atria, alla mafia. Proprio Paolo Borsellino la accompagno nel suo percorso per diventare una testimone di giustizia. Piera Aiello racconta a Tag24 dell’insegnamento che ci ha lasciato Giovanni Falcone.

Il lascito di Giovanni Falcone a 31 anni dalla strage di Capaci

Piera Aiello, sono passati 31 anni dalla strage di Capaci. Oggi qual è il lascito di Giovanni Falcone?

“Più quello che ci ha lasciato, quello che continuano a darci Falcone e Borsellino. Sono persone che continuano a vivere e ci danno ancora insegnamenti. Le cose che hanno detto 31 anni fa, sono attualissime. Dobbiamo seguire quello che hanno detto loro. Io sono contraria al discorso dell’eliminazione del 41 bis, del carcere ostativo. Sono tutte leggi importanti che ci hanno lasciato in eredità e ci hanno fatto scoprire tutti gli arcani dei mafiosi. Quello che la politica ha sbagliato è farsi sempre bacchettare dall’Europa su questi temi, quando noi dovevamo andare a perorare queste leggi importanti anche in Europa”.

 L’Italia non è l’Europa e gli altri paesi non hanno la nostra situazione

“Loro pensano di non avere questa situazione, ma la criminalità organizzata in genere, non è più la mafia degli scarponi pieni di creta. Bensì è una mafia di business, che ha valicato i confini italiani e che sta in Europa e oltre l’Atlantico, dove va a investire. Lo sa come sta andando a finire l’Europa?”

Come?

Quando si parlava di mafia al Sud d’Italia, al Nord pensavano di essere immuni. Quando se ne sono accorti era troppo tardi. Ci sono molti processi che testimoniano questo, cioè che la mafia, la ndrangheta, la camorra sono da anni infiltrati nei tessuti economici dei paesi del Nord. La stessa cosa succederà anche in Europa. Quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi. Non lo dico io: lo dicono anche i parlamentari, le ricerche dell’Fbi. Parlano di questa criminalità che è andata a investire in tutto il mondo. Io dico che non più armati di coppola e lupara, ma sotto al braccio hanno un pc e vestono eleganti. Hanno fatto studiare i figli, sono diventati avvocati e notai. Presumo che siano entrati anche nella magistratura. Noi abbiamo un esempio recente, quello di Matteo Messina Denaro la cui nipote è un’avvocatessa e andava nelle carceri per portare i messaggi”.

Quindi anche le donne iniziano ad avere un ruolo importante?

“Questo si sapeva. Oggi dicono che le donne hanno preso il posto degli uomini. Le donne hanno sempre avuto un ruolo importante. Lavoravano sottobanco senza farsi scoprire. Credo che abbiano influito in egual misura”.

Ma oggi lo Stato sta facendo abbastanza?

“Già dalla legislatura precedente, quando ero parlamentare io, non vedo grossi programmi antimafia. Io ho cercato di portare due leggi, ho fatto tre relazioni. Vedo che sottovalutano questo problema. Quando parlavo di antimafia, di cose serie e di cosa fare, era come se gli altri dicessero ‘ma sempre di queste cose parla’. La criminalità organizzata è in tutti i settori: che siano appalti, eolico o rifiuti. La mafia la troviamo in tutti i grandi settori dove ci sono soldi e investimenti. Molti pensano che la mafia vuole acquistare negozi e centri commerciali per dare lavoro. Ma non è così. Loro investono i capitali per riciclare i soldi”.

Si parla anche di infiltrazioni mafiose nei lavori per costruire il Ponte di Messina

“Di cosa ci stiamo sorprendendo? Secondo lei i lavori dureranno quanto dicono loro? Il Ponte sarà un’altra Salerno-Reggio Calabria, dove si sono investiti tanti di quei soldi che potevamo fare dieci autostrade. Non sono contro il Ponte, però c’è un presupposto. Si doveva fare una grande opera, ma si dovevano fare anche le opere necessarie che vanno a confluire in Sicilia. Nella Regione ci sono paesi dove manca l’acqua, non ci sono gli acquedotti. C’è anche un’altra cosa da dire.”

Quale?

“Lo Statuto Siciliano non è mai stato attuato veramente. Potremmo avere l’Iva al 4%. Questo vorrebbe dire che tante aziende importanti andrebbero a investire in un territorio maltrattato, togliendo la manovalanza alla criminalità organizzata. Non mi spiego perché nessun presidente non l’abbia mai fatto o non l’abbia tentato di fare”.

 Anche a livello governativo non si fa molto. La Commissione Antimafia si è insediata solamente oggi, 23 maggio

“Anche nell’altro. È stata fatta dopo 8 mesi”.

E questo non è un segnale negativo?

“Secondo me quella Commissione Antimafia non dovrebbe essere votata ogni volta, ma dovrebbe essere una commissione permanente. Oggettivamente, il problema mafia ce lo abbiamo. Da valutare chi va in commissione antimafia. Ci sono nomi che neanche dovrebbero esserci. Come non ci dovevano essere certi nomi nella scorsa legislatura e in quella ancora prima. Ci deve andare chi vuole la Commissione Antimafia”.

La storia di Giovanni Falcone nelle scuole

Nelle scuole se ne parla abbastanza?

“Nelle scuole, soprattutto quelle a Nord, se ne parla tantissimo. Ci sono comuni virtuosi, ci sono insegnanti virtuosi e fanno un ottimo lavoro. Inizialmente nei paesi del Sud c’era una chiusura, oggi invece c’è un’apertura. Se ne parla e si fanno tante attività. Nel programma di educazione civica, inserirei anche l’educazione alla politica”.

Educazione alla politica?

“Nei sondaggi molti giovani non vanno a votare. Dicono sempre ‘tanto sono tutti uguali’. Noi dobbiamo insegnare ai giovani ad amare la politica, a leggere la Costituzione e a capire quali sono i diritti e i doveri di un cittadino. Fino a quando non educhiamo i giovani alla politica, penso che la politica italiana non cambierà mai. Avremo sempre i vecchi caimani in Parlamento che tanto promettono e nulla fanno. E dobbiamo cambiare questa legge elettorale. La gente deve votare la persona e non per forza chi è stato collocato in determinati posti. La gente deve votare perché deve avere fiducia nel cittadino. Anche questa è lotta alla mafia”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che “Falcone e Borsellino ci hanno insegnato che la mafia è un cancro che può essere sconfitto. Come?

Può essere sconfitto proprio iniziando dalla politica. La politica è il volano di tutto. L’aver arrestato Matteo Messina Denaro, non vuol dire aver sconfitto la mafia nel trapanese. Sicuramente è stata una cosa importante. Ma non dobbiamo illuderci, fino a quando molti signori come Messina Denaro vengono tutelati dalla politica. Guarda caso, prima di arrestare Matteo Messina Denaro, si è costituito il senatore D’Alì ad nel carcere di Opera (a Milano, ndr). Si è costituito ad Opera, non in Sicilia, dove ci sono tante persone arrestate, anche dal trapanese. È stato quello che ha tutelato in tutti questi anni Messina Denaro. Questo per far capire quanto peso ha la politica e il fatto che faccia gli accordi con i mafiosi. La mafia si può sconfiggere con la buona politica e insegnando ai ragazzi ad amare la politica”.