Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, commenta aspramente le voci di un nuovo invio di armi di guerra all’Ucraina. Più tali armi saranno distruttive, maggiore sarà la probabilità di uno “scenario di quella che viene comunemente chiamata apocalisse nucleare“. La minaccia dell’ex presidente russo va dunque non solo all’Ucraina ma anche all’occidente, responsabile degli aiuti militari a Kiev.

Tutte le azioni volte a rafforzare la componente militare del regime di Kiev portano in ultima analisi a una sola cosa: più vittime e un prolungamento del conflitto militare.

Medvedev, citato da Ria Novosti, si è poi rivolto agli Stati Uniti, a suo dire indirettamente responsabili dei danni subiti dalle città di Bakhmut e Mariupol. Nel mirino del braccio destro di Vladimir Putin, ancora una volta, gli aiuti elargiti da Washington nei confronti del Paese invaso. Per i disastri provocati, secondo Medvedev, gli Stati Uniti devono risarcire la Russia. Nel mirino del politico anche i danni legati alle esplosioni sul gasdotto Nord Stream, avvenute lo scorso settembre, dietro le quali c’è sempre lo zampino Usa.

Guerra in Ucraina, Medvedev sui sabotatori alle armi a Belgorod: “Devono essere distrutti come topi”

L’ex presidente russo, nel suo discorso ripreso dai media locali, ha infine concentrato le sue attenzioni sui presunti “sabotatori” infiltratisi nella regione di Belgorod. Secondo le autorità russe sono loro i responsabili della penetrazione in territorio russo, che ha provocato la distruzione di alcuni edifici e il ferimento e la fuga di molti civili.

Questi rifiuti della società devono essere distrutti come topi e nemmeno fatti prigionieri.

Nel frattempo, però, l’assalto russo nei territori invasi non accenna a placarsi. Nuovi bombardamenti russi sul villaggio di Kozatske, nella regione di Kherson. Lo rivela l’ufficio del procuratore regionale su Telegram, che riporta la morte di una persona per colpa delle bombe. Si tratta di una donna. Sotto la supervisione procedurale della Procura regionale di Kherson, le autorità hanno avviato “un’indagine preliminare sulla violazione delle leggi e degli usi di guerra combinata con l’omicidio premeditato”.

Sull’offensiva russa è intervenuto Vladimir Putin, a margine di una cerimonia di premiazione di Stato al Cremlino. Il presidente russo, citato da Ria Novosti, ha parlato di “tempi difficili” che la Russia “sta attraversando”.

Ma comunque, oggi è un momento speciale del nostro potente consolidamento, dell’inasprimento del nostro sentimento nazionale, del desiderio di rafforzare a tutti i costi le fondamenta della nostra spiritualità, di creare le condizioni nell’economia, nella produzione, nell’educazione dei nostri giovani per assicurare il futuro incondizionato del nostro Paese.

La Moldavia: “Arresteremo Putin se dovesse recarsi nel Paese”

A proposito di Putin, la Moldavia promette battaglia al presidente e assicura che, qualora il capo del Cremlino dovesse recarsi nel Paese, verrà immediatamente arrestato. Lo ha dichiarato la presidente moldava Maia Sandu in un’intervista a Euronews Romania. In risposta a chi le chiedeva espressamente sulla possibilità che Putin venga arrestato dalle autorità moldave, Sandu ha confermato di essere pronta ad agire in conformità con la decisione della Corte penale internazionale.

La Moldavia ha firmato un accordo con la Corte penale internazionale e si atterrà alla decisione della Corte.