Luis Enrique Napoli – Dopo 33 anni il Napoli vince lo scudetto. Dopo i primi due vinti nell’era Maradona, nessuno più si aspettava di rivivere un sogno del genere. Lo scudetto sotto l’ombra del Vesuvio è un affare di popolo: un’intera città si unisce per dar vita a uno spettacolo che non ha mai fine, un fiume di gente che sembra vivere una nuova vita.
L’impresa sportiva è pari alla liberazione dall’invasore, è il giorno in cui tutti e tutto si azzera, come se non ci fosse un domani, perché il presente talmente bello da godere non dà spazio a nessun tipo di proccupazione per il domani. Lo scudetto quando arriva è sinonimo di felicità e resituisce seppur per un breve periodo (due, tre settimane) una sorta di rivincita sociale.
Il napoletano che tifa Napoli, assistendo al trionfo della propria squadra, proietta l’esutanza sportiva lungo le strade che fino a poche ore prima erano inficiate dallo sconforto sociale. La Napoli bene, i quartieri popolari nonché quelli più colpiti dalla povertà, ridiventano un unica cosa: Napoli senza distinzione. Napoli, la città più bella del mondo!
Se dopo il 1987 e il 1990, la squadra azzurra si è ricucito il tricolore sulle maglie è anche merito di un tecnico che troppo spesso è stato sottovalutato: Luciano Spalletti. Al secondo anno ha completato il suo lavoro e l’ha trasformato in un capolavoro: al giro di boa, ovvero alla fine del girone di andata aveva già messo sotto tutti gli avversari, raccogliendo meritatamente giornata dopo giornata il giusto tripudio.
Ora però, non si fa nemmeno in tempo a dare inizio ai festeggiamenti ufficiali tra squadra e tifosi che da qualche tempo impazzano le voci di un clamoroso addio dell’allenatore che avrebbe potuto aprire un ciclo vincente.
Si parla tanto di contrasti interni col vertice, non fatti volontariamente trapelare perché l’obiettivo comune che stava via via prendendo corpo era più importante di ogni singolo screzio o dissapore personale.
Luis Enrique Napoli: il candidato numero 1 sarebbe lo spagnolo?
A oggi dopo due anni e uno scudetto conquistato, evidentemente il fatto che tanto il tecnico quanto il presidente usino pubblicamente parole criptate sta regalando ampi margini di conferme: a fine anno sarà addio?
Ed ecco che il casting per il prossimo allenatore del Napoli inizia a dar luogo al totonome: Conte? Benitez? De Zerbi? Gasperini? Thiago Motta? Questo tormentone durerà il tempo delle vacanze, perché poi la preparazione impone la presenza di un nuovo tecnico, del resto la nuova stagione calcistica sembra lontana, ma è alle porte e il tempo tecnico di un tuffo al mare, di una tintarella che la serie A è pronta per dare nuove emozioni agli appassionati di calcio.
La scelta secondo voci di corridoio, potrebbe ricadere su un nome: Luis Enrique, lo spagnolo che vinse la Champions con il Barça contro la Juve e che già qualche anno fa a Roma aveva tentato di dare un impronta di gioco internazionale che tanto piace ad Aurelio De Laurentiis. Inoltre l’ex tecnico della nazionale spagnola, sarebbe perfetto per continuare ad adottare il 4-3-3 che calza molto bene ai calciatori del Napoli che non subirebbero uno stravolgimento tattico. Questo aspetto non è da poco, potrebbe risultare decisivo ai fini delle valutazioni da parte della proprietà partenopea e confermare l’ipotesi Luis Enrique per il dopo Spalletti.
Le alternative a Luis Enrique: Conte, Benitez e Nagelsmann
La decisione di Aurelio De Laurentiis verrebbe influenzata dal fattore ingaggio. Stabilito per politica interna che non intende esborsare più di 7 milioni di euro a stagione, per forza di cose dovrebbe guardare più in casa nostra, ovvero a tecnici della serie A, oppure ritornare su Benitez che che già conosce l’ambiente e sarebbe più accomodante visto i buoni rapporti che intercorrono con la proprietà. Benitez inoltre darebbe quel tocco internazionale come Luis Enrique.
Se non Benitez però chi? Ci sarebbe anche la soluzione Conte ma che sarebbe subito da scartare già da scartare, per l’elevato ingaggio che si porta dietro. Un altro allenatore che piace a De Laurentiis è anche Nagelsmann. Anche il tedesco si porta sulle spalle il fardello di un ingaggio pesante oltre che a delle penali da corrispondere al Bayer Monaco.