Ci sono novità sul caso di Evan Lo Piccolo, il bimbo di appena due anni morto nell’agosto del 2020 a Modica a causa dei maltrattamenti subìti dalla madre e dal patrigno. Nei confronti dei due, già condannati in primo grado all’ergastolo lo scorso anno, sarà infatti effettuata, nelle prossime settimane, una nuova perizia psichiatrica. A richiederla erano stati i legali che li difendono: per l’uomo sarà accertata la capacità di stare in giudizio; gli avvocati della donna puntano invece, come già avevano fatto in passato, all’assoluzione. L’incarico per gli accertamenti sarà conferito il prossimo 31 maggio.
Caso Evan Lo Piccolo: cosa è successo fino ad ora
Aveva appena 21 mesi quando, su segnalazione della madre, era stato ricoverato all’ospedale Maggiore di Modica. Evan Lo Piccolo era morto, poco dopo, a causa di una “grave insufficienza cardio-respiratoria da broncopolmonite” riconducibile a traumi pregressi. Al suo arrivo le sue condizioni erano apparse subito disperate: il suo corpo era ricoperto di lividi ed ematomi. Un elemento che aveva fatto insospettire gli inquirenti e che, nei giorni successivi, aveva portato all’arresto di due persone: il 30enne Salvatore Blanco, convivente della madre del bimbo e la donna, Letizia Spatola, di 23 anni. Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, i due avrebbero ripetutamente picchiato il bambino, nato da una precedente relazione di lei.
Il giorno del ricovero la 23enne aveva raccontato ai medici che il bimbo era caduto mentre si trovava da solo con il compagno. Da allora si è sempre dichiarata innocente, sostenendo di essere stata “plagiata” dall’uomo che aveva accanto, che, secondo il legale che l’assiste dall’inizio, avrebbe menato anche lei, quotidianamente. Nei giorni precedenti il padre biologico di Evan, Stefano, l’aveva però denunciata per maltrattamenti su minori. A metterlo in guardia era stata la nonna del bimbo, che si era accorta che qualcosa non andava. Al termine delle indagini i due sono stati ritenuti colpevoli e condannati all’ergastolo per omicidio. Secondo l’accusa, a provocare la morte del bimbo nell’agosto del 2020 sarebbero state, infatti, le continue botte ricevute.
E la versione dei fatti della madre, che ha sempre raccontato di essere succube delle violenze del compagno, non avrebbe alcun fondamento. Entrambi sarebbero responsabili: Blanco per le percosse, Spatola per essere rimasta in silenzio, nascondendo ciò che avveniva nella loro casa.
Verso una nuova perizia psichiatrica
La Corte d’Assise di Catania si è pronunciata ora positivamente sulle richieste di perizia psichiatrica avanzate dai legali che li sostengono. Per Blanco, che era già stato ritenuto capace di intendere e di volere al momento dei fatti, sarà accertata la capacità di stare in giudizio. L’uomo, infatti, avrebbe da poco tentato di togliersi la vita.
Blanco ha tentato il suicidio tramite impiccaggione, è stato salvato in extremis da un compagno di cella e ricoverato. La sua difesa ha depositato una relazione clinica da cui comunque risulterebbe che il detenuto è uscito da questa crisi momentanea,
aveva spiegato a Fanpage.it l’avvocata Loredana Calabrese, che rappresenta gli zii paterni di Evan. I legali che difendono Spatola puntano invece all’assoluzione, facendo leva sul fatto che la donna fosse a sua volta vittima di violenze da parte del compagno e che, fin da piccola, soffrirebbe di un disturbo della personalità. L’incarico per i nuovi accertamenti sarà conferito il prossimo 31 maggio al dottor Gaetano Sisalli. L’avvocata Calabrese aveva sottolineato che, secondo lei, la richiesta delle difese non sarebbe stata accolta. Alla fine, invece, i nuovi rilievi ci saranno: chissà che non possano dirci di più sul caso del piccolo Evan. La paura delle parti civili è che – a seconda degli esiti della perizia – possa esserci anche un rimodulamento in senso negativo delle pene inflitte ai due dai giudici.