L’Inter è arrivata al momento più importante della sua stagione. Un’annata altalenante che però ha portato oggi i nerazzurri ha giocarsi due finali in pochi giorni. Prima quella di Coppa Italia con la Fiorentina, domani allo stadio Olimpico, poi quella di Champions League contro il Manchester City, il prossimo 10 giugno a Istanbul. Diciannove giorni e due trofei in palio. Per commentare le finali dell’Inter e parlare del futuro del club e di Simone Inzaghi, in esclusiva a Tag24 è intervenuto l’ex difensore e capitano nerazzurro, Giuseppe Bergomi.

Le finali dell’Inter, il commento di Bergomi

Fischio di inizio ore 21, la prima finale dell’Inter sarà domani contro la Fiorentina. La squadra di Inzaghi sulla carta è la favorita, ma la formazione di Italiano sta vivendo un momento di forma importante e vuole portare a casa un trofeo. Chi ha più possibilità di spuntarla? Lo abbiamo chiesto, in esclusiva a Tag24, a chi la maglia dell’Inter ce l’ha tatuata da sempre come una seconda pelle: Giuseppe Bergomi.

“Le partite partono sempre da 0 a 0 – ha esordito l’ex difensore – e quindi direi che ci sono il 50% di possibilità per entrambe le squadre. La Fiorentina ha dimostrato di aver intrapreso un percorso di crescita importante culminato con la finale di Conference raggiunta da Italiano. È una squadra forte, profonda e con tanti giocatori e anche in campionato i nerazzurri hanno sofferto. L’ultima l’hanno persa e l’andata sono riusciti a vincere 4 a 3 ma in extremis. Mi aspetto comunque una bella partita sul piano del gioco, aperta a ogni risultato”.

La finale di Champions League

Il quadro si ribalta quando si parla di Champions League. Il 10 giugno la squadra di Inzaghi dovrà compiere la mission impossibile per portare a casa la Coppa battendo il City. “Nella finale con il Manchester City il ragionamento è diverso. L’Inter – ha detto Bergomi – parte leggermente indietro, ma è una partita secca e tutto può succedere. Sicuramente la squadra di Guardiola ci arriverà con una pressione maggiore. Sono anni che va vicino al traguardo senza riuscire a tagliarlo. È uno squadrone, può giocare in mille modi diversi e contare su giocatori straordinari. Rispetto al passato oggi può anche difendere bassa e con Haaland arriva comunque ad essere pericolosa. Poi ci De Bruyne e tanti altri, ha mille soluzioni. Senza dimenticare Guardiola che a mio avviso è il tecnico più bravo in assoluto. L’Inter – ha proseguito il commentatore di Sky – ci deve arrivare bene fisicamente, è la cosa principale. Nell’ultimo mese e mezzo hanno dimostrato di essere in forma facendo uno sforzo incredibile per arrivare dove sono. Il passaggio del turno contro il Milan è stato importantissimo”.

Haaland, una macchina da gol. Fermare l’attaccante norvegese per fermare il Manchester City può essere la strategia dell’Inter. L’ex difensore nerazzurro consiglia come fare: “L’Inter giocherà con Acerbi che in questa stagione ha avuto già scontri importanti. Ha affrontato Osimhen che insieme ad Haaland è tra gli attaccanti in assoluto più forti al mondo. Sono entrambi fisici, forti di testa, veloci. La cosa fondamentale però – ha sottolineato Bergomi – sarà muoversi da squadra. È banale dirlo ma è così. Non gli devono lasciare spazio, difendere dal basso e poter contare sull’aiuto del centrocampo. Solo così si può fermare un attaccante del genere”.

Il futuro di Inzaghi

Intanto ieri Marotta ha confermato che Inzaghi sarà l’allenatore dell’Inter anche nella prossima stagione. Giuseppe Bergomi con i nerazzurri ha collezionato oltre 500 presenze e indossato la fascia da capitano. Conosce bene l’ambiente e le ambizioni del club. Ma cosa ne pensa di Inzaghi? “Sinceramente non l’ho mai criticato e mai ho pensato che l’Inter potesse sostituirlo. Il lavoro che ha fatto e le vittorie che ha ottenuto sono state spesso sottovalutate. Invece bisogna sempre tenere conto anche chi è l’avversario e con chi si vince. I nerazzurri hanno alzato trofei battendo la Juve e il Milan e adesso hanno la Fiorentina. I primi due sono avversari storici e sono trofei importanti. È vero che in campionato ha perso troppe partite, ma difficilmente lo ha fatto sul piano del gioco. C’è stata un po’ di sfortuna. In ogni caso – ha concluso Bergomi – il lavoro fatto da Simone è evidente, è stata sempre una squadra competitiva e ai vertici. E ora ha queste due finali da giocare”.