È avvenuto nella serata di ieri, 22 maggio, l’incontro tra il console generale d’Italia Leonardo Maria Costa e Ilaria De Rosa, l’hostess arrestata in Arabia Saudita all’inizio di maggio, attualmente detenuta in un carcere a poca distanza da Gedda. Secondo le autorità locali, sarebbe sotto accusa per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, avendo nascosto, nel suo reggiseno, uno spinello. Ma la ragazza, 23enne di origini trevigiane, si dichiara innocente e sostiene di essere stata prelevata con la forza da alcuni uomini mentre era a cena con degli amici, pensando che si trattasse di una rapina.

Hostess arrestata in Arabia Saudita detenuta da settimane: la sua versione dei fatti

A settimane dall’arresto, avvenuto all’inizio di maggio, Ilaria De Rosa non avrebbe ancora capito il perché della sua detenzione. Lo ha ribadito ieri, nel corso di un incontro in carcere, parlando con il console italiano a Gedda Leonardo Maria Costa. Le autorità saudite la accusano di aver detenuto illegalmente delle sostanze stupefacenti, ma lei si dichiara innocente. Racconta di essere stata prelevata con la forza nel corso di una cena organizzata a casa di un amico, nel giardino di una villa della città. Il gruppo stava mangiando quando una decina di uomini – poliziotti in borghese – avrebbe fatto irruzione all’improvviso, con tanto di armi, perquisendo tutti i presenti, anche in modo piuttosto invadente.

Sul momento la ragazza, hostess per la compagnia lituana Avon Express, aveva pensato che potesse trattarsi di una rapina. Si sarebbe accorta della situazione solo dopo essere stata portata via di forza e accompagnata in una stazione di polizia. Lì sarebbe stata lasciata in balìa di sé stessa, venendo interrogata solo cinque giorni dopo l’accaduto. In quella circostanza gli inquirenti locali le avrebbero fatto sapere di essere sotto accusa per uno spinello trovato all’interno del suo reggiseno. Lei avrebbe negato con decisione, sottolineando di non fare uso di alcol e droghe. Nonostante ciò, era stata imprigionata. Non prima di aver firmato un documento in arabo di cui non era riuscita a capire il contenuto.

L’incontro con il console italiano

Costa, che ha incontrato la giovane dopo aver ricevuto il lasciapassare delle autorità saudite, ha riferito che, benché ancora sotto shock, la ragazza sta bene sia fisicamente che psicologicamente. A dare l’allarme, dopo che per giorni non erano riusciti ad avere sue notizie, erano stati i genitori, preoccupati che potesse esserleaccaduto qualcosa. Poche ore dopo la denuncia, dagli Esteri avevano comunicato loro che la figlia era in carcere. Per lo spaccio la pena prevista in Arabia arriva addirittura alla morte. Ecco perché il suo caso sarà seguito dal Consolato italiano e dalla Farnesina.

Mia figlia è abituata a lavorare all’estero, sa bene che in Paesi come l’Arabia Saudita è pericoloso farsi trovare con stupefacenti addosso. La Farnesina ci ha detto che è stata fermata con altri ragazzi e che uno di loro aveva una canna. Non droga da spacciare, ma una sigaretta con della sostanza stupefacente. Ce l’aveva un’altra persona, non mia figlia, eppure hanno arrestato anche lei,

ha dichiarato, nel corso di un’intervista a “La Stampa” la madre, Resana Marisa Boin. La sua ipotesi è che si sia trattato di un equivoco e che Ilaria possa essersi ritrovata in compagnia di qualcuno che faceva uso di droga, finendo nei guai. La figlia, dice, non avrebbe mai consumato sostanze stupefacenti, meno che mai in un Paese come l’Arabia, in cui le condanne sono particolarmente dure. Sulla vicenda le autorità italiane mantengono il massimo riserbo. Sarà da capire perché la giovane si sia ritrovata in mezzo e quali passi potranno essere fatti per sostenerla.