31 anni fa si consumava la strage di Capaci, una delle pagine più controverse e segnanti della storia del nostro paese. Ricordata ancora oggi per ribadire, nel solco di chi ha messo in gioco la propria vita per farlo, l’importanza di portare avanti, lungi dagli atteggiamenti omertosi, la lotta alla criminalità organizzata e alla mafia. L’attentato di stampo mafioso, organizzato da Cosa Nostra, portò alla morte del giudice antimafia Giovanni Falcone. Preludio di una stagione nera, caratterizzata da terrorismo ed attentati, che ha portato alla morte – poche settimane dopo – anche del magistrato Paolo Borsellino. In quel di Capaci a morire, oltre a Giovanni Falcone, furono la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

I messaggi dello Stato

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento sottolinea la risposta nazionale che seppe imprimere quell’episodio. Specie se considerato in combinato disposto con l’altra strage, avvenuta poco dopo, quella di via D’Amelio. Così il Presidente:

La mafia li ha uccisi, ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa. L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire.

Non poteva mancare il commento del Presidente del Consiglio dei Ministri. Così Giorgia Meloni:

Il dolore provocato da quegli omicidi è indelebile, ma questa nazione pur con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, ha saputo reagire e assicurare alla giustizia i criminali responsabili. Trentuno anni anni fa ero una quindicenne sconvolta dall’efferatezza di quella stagione delle stragi – ha proseguito – e scelsi di impegnarmi in politica perché pensai che fosse lo strumento più utile per non rimanere con le mani in mano. Oggi posso dire di essere contenta di averlo fatto. La testimonianza dell’impegno serrato e instancabile nel corso degli anni di tanti uomini e donne delle istituzioni.

Hanno ricordato il fatto, sui social network, anche i due Vicepremier Antonio Tajani: “Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. Con il loro ricordo insegniamo ai giovani il rispetto per la giustizia. La mafia si combatte ogni giorno percorrendo la via della legalità che questi eroi ci hanno indicato con il loro sacrificio”; Matteo Salvini: “Il loro esempio risuona in noi ogni giorno, il loro sacrificio va tramandato alle nuove generazioni. La lotta prosegue nel loro ricordo, il cancro mafioso non vincerà mai”.

Così invece Ignazio La Russa, Presidente del Senato, sul suo profilo Facebook:

Lui così come Paolo Borsellino e tanti altri magistrati e uomini delle Forze dell’ordine hanno perso la vita perché temuti da Cosa nostra. La loro professionalità, la loro determinazione e il loro coraggio non solo misero in ginocchio la mafia ma furono e sono tuttora, un esempio per tutti noi. L’Italia non li dimentica.

Strage di capaci, il ricordo della politica italiana

Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle, ha detto che non bisogna dimenticare quanto avvenuto a Capaci perché:

Se facciamo questo errore, chi lotta ogni giorno contro la criminalità organizzata rimane solo. E Giovanni Falcone è stato costretto a trasformarsi in un eroe proprio perché era troppo solo nella sua battaglia. Giovanni Falcone “vive” solo se ogni cittadino non rinuncia a lottare contro le mafie. Giovanni Falcone “vive” solo se la politica e le Istituzioni fanno scelte cristalline e forti, senza zone grigie. Le occasioni per farlo ci sono sempre, oggi come in ogni giorno.

Matteo Renzi rilancia sui social la prima pagina del Riformista – giornale di cui è direttore – nella quale si ricorda la figura di Giovanni Falcone: “Sono passati 31 anni dalla strage di Capaci. La figura di Giovanni Falcone ha segnato per sempre la mia e nostra generazione. Oggi Il Riformista dedica l’apertura al suo sorriso, al suo ricordo, alla sua eredità”.

Per Fratelli d’Italia ha preso parola Tommaso Foti, capogruppo alla Camera, che ha scritto:

L’Italia non potrà mai dimenticare il sacrificio di chi ha dedicato la propria vita per combattere le mafie. Anche quest’anno rendiamo onore a chi scelse di schierarsi dalla parte della Giustizia. È nel solco dell’esempio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, eroi morti nella strage di Capaci di cui oggi è l’anniversario, che conduciamo la nostra azione politica.

Ha espresso un suo ricordo anche Elly Schlein, Segretaria del Partito Democratico. ll suo commento:

Dopo 31 anni resta intatto il ricordo e si rafforza l’esempio di coraggio, integrità e tensione morale che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Non dimenticare quell’eredità oggi significa soprattutto agire tutte e tutti ogni giorno, ovunque, per combattere le mafie e difendere la nostra democrazia. Significa non sottovalutare mai l’infiltrazione mafiosa nell’economia ed elevare e rafforzare i presidi di legalità, giustizia sociale e trasparenza. Significa fare una battaglia culturale per estirpare l’omertà e contrastare la corruzione.