10 anni e 5 mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta a Riccardo Marchi, ottavo membro della “banda dello spray” della strage di Corinaldo. Per la vicenda, che provocò la morte di sei persone e il ferimento di oltre cinquanta, sono già finiti in carcere sei ragazzi di età compresa tra i 19 e i 22 anni. Il settimo componente del gruppo è morto, invece, in un incidente stradale, prima di poter essere giudicato. I fatti risalgono alla notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018.

Strage di Corinaldo, condanna arrivata anche per l’ottavo ragazzo coinvolto

Una banale serata in discoteca si trasformò in un incubo quando, nell’attesa che il rapper Sfera Ebbasta salisse sul palco, tra il pubblico della “Lanterna Azzurra” di Corinaldo si seminò il panico. Si scoprì che un gruppo, poi denominato la “banda dello spray”, aveva spruzzato tra la gente uno spray urticante al peperoncino, provocandone la fuga. Una calca di oltre mille persone – ben oltre la capienza massima prevista dalle normative in base alla grandezza del locale – si riversò sulla porta del retro della discoteca, visto che le uscite d’emergenza erano state chiuse. Da quella porta si accedeva a un ponte che dava su un fossato.

A causa del peso, il ponticello cedette e molte persone precipitarono nel vuoto. In sei, alla fine morirono. Oltre 50 riportarono lesioni più o meno gravi. Le indagini che seguirono permisero agli inquirenti di accertare la responsabilità di sette persone, tutti ragazzi di età giovanissima. Sei di loro, tra i 19 e i 22 anni, sono già stati condannati in Cassazione. Erano accusati di omicidio preterintenzionale, associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine e lesioni personali gravi e dovranno scontare tra i 10 anni e i 9 mesi ai 12 anni e 6 mesi di carcere. Si tratta di Badr Amouiyah, Haddada Souhaib, Moez Akari, Andrea Cavallari, Raffaele Mormone e Ugo Di Puorto.

La settima persona tratta in arresto è morta, invece, prima di poter finire a processo, nel corso di un incidente stradale. La condanna è ora arrivata anche per Riccardo Marchi, il 24enne considerato l’ottavo membro del gruppo, le cui responsabilità nell’accaduto erano emerse solo più tardi. Il ragazzo aveva chiesto di poter essere giudicato col rito abbreviato. La pena inflittagli è di 10 anni e 5 mesi di reclusione.

È una pena inferiore rispetto alle condanne definitive che ci sono già, non ne siamo contenti perché la nostra impostazione è della non responsabilità di Marchi,

ha dichiarato il legale che sostiene la difesa, l’avvocato Cristiano Prestinenzi, facendo sapere che, una volta ricevute le motivazioni della sentenza, procederanno col ricorso in Appello.

Il terzo processo in corso per la strage

Mentre quello contro i componenti della banda si è chiuso e il secondo, contro Marchi, potrebbe procedere con il secondo grado di giudizio, prosegue anche il processo in cui sono imputati i membri della commissione di vigilanza incaricata di decidere sulla serata organizzata presso la “Lanterna Azzurra” – che dettero l’autorizzazione -, due tecnici impiegati nella sicurezza da parte dei gestori del locale e uno dei soci dell’azienda che gestiva la discoteca. Nel mirino degli inquirenti, soprattutto la decisione di consentire a un numero molto oltre il limite di capienza di accedere al concerto, con i conseguenti rischi. Sentito in aula come testimone, Federico Lucia, in arte Fedez, lo scorso marzo aveva dichiarato:

Chiunque fosse a conoscenza del contratto sapeva che il locale avrebbe superato la capienza consentita.

In pratica, stando alle sue parole, la strage, forse, avrebbe potuto essere evitata, se si fossero seguite tutte le norme del caso.