La tregua è saltata nella notte tra il 22 e 23 maggio nei cieli di Khartoum. Sono ripartiti combattimenti e raid aerei in Sudan. In una guerra che non sembra trovare una soluzione nonostante l’inizio ufficiale di una tregua di una settimana tra esercito e paramilitari.

Siamo oltre un mese di guerra in Sudan

Questa tregua era stata accordata per consentire l’ingresso in Sudan di civili e aiuti umanitari. Dal 15 aprile è in corso la guerra tra l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhane e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF) del generale Mohamed Hamdane Daglo. Il conflitto ha causato un migliaio di morti e più di un milione di sfollati e rifugiati. Molto chiaro era stato il segretario di stato americano Antony Blinken: “È giunto il momento di mettere a tacere le armi e consentire l’accesso umanitario senza ostacoli. Imploro entrambe le parti di rispettare questo accordo, gli occhi del mondo vi stanno osservando”. Ma a quanto dicono le notizie provenienti dal Sudan le sue parole sono rimaste inascoltate.

Tregua è solo una finta, i combattimenti non sono mai finiti

Non è la prima tregua firmata in questa guerra in Sudan, l’ultima tregua era stata firmata per entrare ufficialmente in vigore alle 19:45 di ieri 22 maggio. Le notizie però parlano di combattimenti nei dai sobborghi nord-orientali della capitale Khartoum, così come nel sud della capitale hanno riferito di attacchi aerei. “Al di là degli annunci ufficiali, il Sudan continua a essere bombardato e milioni di civili sono a rischio”. Ha dichiarato Karl Schembri del Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC), denunciando su Twitter “più di un mese di promesse non mantenute”, mentre quasi una dozzina di tregue sono già fallite nei loro primi minuti in Sudan.

Nonostante la ripresa dei combattimenti resta intavolato il negoziato in corso a Gedda, in Arabia Saudita. Entrambe le parti però hanno precisato che in Arabia Saudita si discute solamente della tregua umanitaria, nessun negoziato per porre fine alla guerra.