È iniziata poco dopo le 22 la riunione di senatori di Italia Viva e Azione a Palazzo Madama. Inizialmente prevista per le 21, il ritardo pare essere stato causato da un problema nei trasporti dei parlamentari . Il gruppo di Matteo Renzi era già all’interno dei corridoi del Senato e dagli uffici del neo direttore de Il Riformista a Palazzo Giustiniani hanno raggiunto la sala della riunione tramite il corridoio sotterraneo.
Riunione Azione e Italia Viva al Senato, le parole di Calenda Video
[bbvideo id=5524211]
All’ingresso si è invece presentato Carlo Calenda, accompagnato da Mariastella Gelmini, dopo che i due avevano parlato in un bar come dimostra la nostra foto. Quest’ultima non ha voluto rilasciare dichiarazioni particolari, rimandando tutto a dopo l’incontro. Più aperto invece il segretario di Azione, che dopo averla raggiunta in motorino presso il ristorante dove stava cenando, si è mostrato disponibile a scambiare due parole con la stampa: “Per le europee parleremo con tutti a patto che non ci siano comportamenti ostili”, anche se spiega che al momento una lista comune con i renziani sia un obiettivo complesso “Una lista per le europee insieme non la puoi fare con questo clima. Staremo a vedere se IV condividerà quanto abbiamo espresso”.
Clima positivo all’interno della riunione
A pochi minuti dall’inizio dell’incontro che deciderà il futuro del Terzo Polo, la sostanza non cambia però più di tanto. Come si evince dalle sue dichiarazioni, Calenda resta aperto al dialogo, pur rimanendo fermo sul non accettare oltre le escalation nei toni che hanno caratterizzato gli ultimi scambi tra Italia Viva e Azione. D’altronde, tra i due, è proprio Calenda a rischiare di più. Dopo aver strappato Borghi al PD, Renzi può infatti contare al momento su ben sei senatori i quali, nel caso in cui il presidente del Senato Ignazio La Russa decidesse di concedere una deroga, basterebbero a creare un gruppo parlamentare autonomo di Italia Viva al Senato.
A prescindere, però, da questa possibilità resta il dato che, dopo il tramonto del progetto di un partito unico, il destino del Terzo Polo è sempre più in bilico. All’orizzonte le elezioni europee del 2024, al quale entrambi i partiti stanno puntando in ottica del RenewEurope, la costellazione di partiti che all’interno del Parlamento Europeo si rifanno alla tradizione liberale. C’è da capire adesso se i due decideranno di correre ancora insieme il prossimo anno. Al momento quello che traspare da fonti di TAG24 sembra che il clima all’interno della riunione sia abbastanza sereno.
I commenti all’uscita della riunione
[bbvideo id=5524560]
L’incontro è durato poco meno di due ore di lavoro intenso. Anche all’uscita assente Matteo Renzi, la cui presenza è stata però confermata dagli altri partecipanti. Sono scesi invece a dichiarare Carlo Calenda e Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva + Azione, in quota IV. Carica che sembra destinata a mantenere dato che, a detta dei due esponenti del Terzo Polo, persisterà un unico gruppo parlamentare che unisce i due partiti. Non c’è stata, dunque, rottura, ma piuttosto un tentativo di riappacificazione in quella che è stato definito un faccia e faccia franco e diretto. Tramontando il progetto del partito unico, i due schieramenti ci hanno tenuto a definirsi soggetti completamente autonomi, ribadendo che entrambi sono aperti al dialogo anche con le altre forze liberali e riformiste in vista delle elezioni europee del prossimo anno. L’obiettivo congiunto, dicono sia Calenda che Paita, è quello di dare il proprio contributo al Renew Europe, il piano politico di Macron per creare la grande casa dei liberali in Europa.
[bbvideo id=5524587]
Per poter continuare, anche solo in parte, un pezzo di strada insieme però, entrambe le parti paiono essere concordi nel non voler più scivolare nel gioco di accuse e controaccuse che hanno di fatti avvelenato ogni tipo di rapporto personale e politico fino a questo punto. Per il momento, sembrerebbe essere stata siglata la tregua. Ma il condizionale resta d’obbligo e come la stessa Paita ha dichiarato sulla nostra domanda:
“In politica le rotture sono sempre possibili”, per poi aggiungere che sarebbe però “una cosa sbagliata” e che vale la pena lavorare per dare a questo paese una grande forza riformista.