Pensioni, come fare il computo dei contributi dal Fondo Inps dei lavoratori dipendenti alla Gestione separata dell’Istituto previdenziale? Il passaggio dei versamenti della vita lavorativa può portare a delle penalizzazioni ma anche a dei vantaggi relativi alla possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro. Infatti, come spiega l’Inps nella circolare numero 184 del 2015, il passaggio dei contributi da una gestione a un’altra può avvantaggiare il soggetto richiedente della possibilità di andare in pensione anticipata contributiva. Si tratta di un’uscita prima rispetto alla pensione di vecchiaia (e, in vari casi, anche dell’altra formula di pensionamento anticipato con i soli contributi), già dall’età di 64 anni.
Questo meccanismo può essere fatto valere sia da chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, che da chi abbia dei contributi versati anteriormente a questa data.
Pensioni, fare il computo dei contributi alla Gestione separata Inps: che cos’è e quali penalità e vantaggi
Come fare il computo dei contributi dal Fondo Inps dei lavoratori dipendenti alla Gestione separata per avere dei vantaggi sulla futura pensione? Un primo vantaggio per beneficiare del trasferimento dei contributi è quello di poter ambire alla pensione anticipata contributiva a 64 anni di età fino al 2026 (poi l’età aumenterà) unitamente ad almeno 20 anni di contributi versati. Questa opzione, riservata ai lavoratori del sistema contributivo – che abbiano iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 – può essere agganciata anche da chi avesse versato dei contributi prima di quella data, proprio grazie al computo.
La penalizzazione riguarda il ricalcolo dell’intero montante dei contributi – in tutte le quote delle svariate gestioni – con il meccanismo contributivo puro, meno vantaggioso per chi proviene dal sistema misto o retributivo. In tal caso, la valutazione della convenienza a passare al sistema contributivo puro deve essere calcolata tenendo presente la dinamica delle retribuzioni del contribuente che ne faccia richiesta, nonché il numero degli anni di contributi versati fino a tutto il 1995.
Come passare dal sistema previdenziale misto al contributivo per agganciare la pensione anticipata contributiva?
L’operazione per chi fa il computo dei contributi passando alla Gestione separata è simile a quella che si fa per le pensioni anticipate con opzione donna. Il contribuente può richiedere la conversione presentando domanda nel momento in cui faccia istanza di pensionamento. In questo modo potrà godere di uno dei vantaggi previsti da questa operazione, ovvero il ricalcolo delle retribuzioni, nelle singole gestioni, non tenendo conto del massimale contributivo, quest’ultimo pertanto senza efficacia retroattiva. Tutta l’operazione, quindi, può avere una sua convenienza considerando le previsioni delle simulazioni di pensione. Chi oggi ha un’età all’incirca di 60 anni e non ha i contributi necessari per agganciare le varie quote annualmente oggetto di conferma (ad esempio, la quota 103 valida fino al 31 dicembre 2023), può trovare convenienza a effettuare il computo dei contributi per puntare alla pensione anticipata a 64 anni di età.
Pensioni, computo contributi: come e quando presentare domanda
Per la pensione anticipata contributiva, oltre all’età e ai 20 anni di contributi, occorre che il futuro trattamento abbia un importo pari ad almeno 2,8 volte quello della pensione minima. Conti alla mano, per l’anno in corso la futura pensione quindi deve essere di almeno 1.409 euro lordi mensili. Il passaggio dal meccanismo previdenziale misto a quello contributivo richiede la sussistenza di un’anzianità contributiva di non oltre 18 anni al 31 dicembre 1995, ma almeno 15 anni di contributi entro questa data. Inoltre, dal 1° gennaio 1995 devono essere stati versati almeno cinque anni di contributi. Ricorrendo queste condizioni, il computo consente al contribuente il computo: la richiesta deve essere presentata mediante apposita domanda nello stesso momento in cui si fa istanza di pensionamento.