L’Unione Sindacale di Base (USB) dei Vigili del Fuoco ha molto da chiedere alle istituzioni. Nonostante questo corpo civile sia sempre in prima linea nella difesa del territorio e dei cittadini, infatti, i pompieri non se la passano affatto bene. Da anni richiedono alla politica il potenziamento degli organici, l’equiparazione alle altre Forze di polizia, l’adeguamento degli stipendi. Risposte però non ne arrivano, anche se dopo ogni emergenza tutti si affrettano a ringraziarli e a ricordarli come i nostri “angeli”. È arrivato il momento, invece, di ascoltare le loro istanze. 

Vigili del Fuoco, Saporito (USB VVF): “La politica si lava la coscienza con i suoi ringraziamenti”

Costantino Saporito, coordinatore nazionale dell’USB Vigili del Fuoco, ribadisce, alla redazione di TAG24, le richieste che da anni il comparto avanza, senza però ottenere alcuna risposta: dalla cronica carenza di organico alle basse retribuzioni, passando per l’assenza di copertura INAIL, la lista è lunga.

Richieste, queste, più che legittime. Inutile spiegare, infatti, l’importanza che riveste il corpo dei Vigili del Fuoco per il nostro Paese: basti pensare a quanto accaduto in questi giorni in Emilia Romagna. Ed è proprio al verificarsi di queste emergenze che si torna a definire i pompieri come “gli angeli del soccorso”. Definizione, questa, certamente veritiera: anche Mattarella ha definito i Vigili del Fuoco, solo pochi mesi fa, come un vero e proprio “patrimonio a vantaggio del Paese”. Proprio il valore di questo corpo dovrebbe, tuttavia, spingere le istituzioni a fare di più per migliorare le condizioni del comparto, più volte denunciate a gran voce dalle associazioni sindacali come USB VVF.

Saporito, l’USB Vigili del Fuoco parteciperà allo sciopero annunciato dal sindacato per il 26 maggio?

“Noi di USB abbiamo sentito il bisogno di revocare la partecipazione allo sciopero. Il motivo è stato innanzitutto il rispetto verso le popolazioni colpite dall’alluvione, perché scioperare significa incrociare le braccia e non dare assistenza. Per coscienza non vogliamo fare questo, siamo dei soccorritori. Questo non significa che i problemi non ci sono, anzi: ma se incrociamo le braccia creiamo un danno alle popolazioni colpite in Emilia Romagna. Spero riusciremo a manifestare presto, non appena l’emergenza sarà finita.

La situazione è dura. Io a volte scherzo con i miei colleghi, dicendo che io sono Costantino che fa il vigile del fuoco, ma alle volte penso di essere il vigile del fuoco che fa Costantino. È difficile per noi dividere ciò che siamo da cosa facciamo. Il nostro mestiere è il più bello del mondo ma ci hanno rotto le palle. I politici si puliscono la coscienza, ad ogni catastrofe, dicendo che noi siamo angeli. Per non parlare di quando noi chiediamo di affrontare i problemi che ci sono, e loro «ah, cogliamo l’occasione per ringraziarvi per il vostro lavoro..». Ma non ci ringraziate, lasciate perdere: risolvete i nostri problemi piuttosto. A Roma c’è un vigile del fuoco ogni 26mila abitanti. Ma di che parliamo?”.

Qual è la situazione rispetto alla carenza di organico?

“Questa situazione va avanti dagli anni 2000 ed è diventata irreversibile. Nei prossimi due anni andranno in pensione 4.200 unità a fronte di una imminente assunzione di 124 persone. Forse alla fine di questo mese saranno assunte altre 400. Ma questo non significa che ci saranno 400 vigili del fuoco pronti. I pompieri dovranno essere formati per otto mesi prima di entrare nei comandi. 400 unità divise per 110 comandi per tutta l’Italia: mi sembra evidente che non si risolve niente”.

Si avvicina anche la stagione estiva, dove scoppierà nuovamente l’emergenza incendi.

Sai quanti sono i vigili del fuoco in Italia? 34.850. Detta così non sembra male la situazione. Facciamo però i conti ed eliminiamo una quota che è intoccabile per le normative internazionali. Parlo dei colleghi che lavorano nei porti, negli aeroporti e nelle sezioni specialistiche. Leviamo un altro 20% di pompieri che è assente perché è in ferie o per eventuali infortuni. Dividiamo tutto per quattro: ogni giorno sul territorio nazionale sono presenti 1.800 unità, in un Paese di quasi 60 milioni di abitanti. La copertura del territorio è pari a zero. Tantissime realtà sono monopartenze: penso a Poggibonsi, realtà territoriale estesa, che ha solo 5 vigili del fuoco. A Roma, quando sono in servizio, ci sono solo due autoscale. La 1A di Roma è stata immatricolata nel 1997 quando io ho preso servizio. E penso di aver detto tutto”.

Le retribuzioni sono adeguate in confronto al rischio che i pompieri affrontano nel loro lavoro?

Assolutamente no, la media è di 1600 euro al mese. Per non parlare del fatto che noi non abbiamo neanche l’INAIL. Se ci facciamo male paghiamo di tasca nostra. Ma non solo: dobbiamo anche far di tutto per rientrare il prima possibile in servizio, perché più lavoriamo più guadagnamo. Morale della favola: abbiamo vigili del fuoco devastati che continuano a lavorare anche in situazioni precarie.

La nostra categoria ha, inoltre, dei blocchi pensionistici molto forti: dopo una vita di soccorso e lavoro rischiamo di andare in pensione con importi da fame. Tutti i Governi ci hanno dato le massime rassicurazioni, dall’aumento degli stipendi all’equiparazione alle altre forze di polizia. Ma la verità rimane sempre quella. Nessuno ha fatto niente“.

Cosa deve succedere perché si capisca che questa situazione è insostenibile?

“Io sono tanti anni che non voto, ma dico sempre: se dovessi votare per qualcuno voterei per i vigili del fuoco, gli unici che non mi hanno mai deluso. È una battuta che nasconde tanta amarezza. La verità è che noi amiamo aiutare la gente, amiamo il nostro lavoro. La nostra devozione è il motivo per cui nessuno ci si fila e al Governo tutti sono tranquilli.

Laura Lega, il prefetto che è capo dei vigili, non fa altro che fare nomine di dirigenti. Dal suo insediamento non ha fatto nulla per la base operativa. Assolutamente zero. E noi non arriviamo a fine mese. Alla fine di questo mese, per la megalomania della nostra amministrazione, si girerà Masterchef nella sede di Capannelle. Per carità, bello..ma tu lo sai che la maggior parte dei nostri colleghi non ha neanche i buoni pasto?”.

La descrizione di questa situazione è un pugno dello stomaco. Con i rischi che la vostra categoria corre.

“Se vuoi notizie belle chiama altri sindacati. Io dico la verità, che è triste. Noi siamo gli unici lavoratori che non conoscono il loro scenario operativo. Il nostro lavoro è ogni giorno un’incognita. Il 24% degli operativi rischia ed è in infortunio permanente. Non abbiamo uno screening sulle malattie professionali. Non ci vengono riconosciute le malattie cardiovascolari o l’esposizione all’amianto. Vogliamo fare uno screening del territorio? Ad Amatrice, all’Hotel Roma, trovarono un quintale di amianto. La terra dei fuochi è ancora lì con i suoi rifiuti tossici; l’indotto di Marghera è ancora lì con il suo mercurio. La verità è che i vigili continuano a operare per salvare vite umane, rischiando la propria, senza alcun riconoscimento”.