Proprio quando tutti aspettavano un segnale da Ron DeSantis, quello ufficiale tra mille ufficiosi, ecco che dall’America arriva l’ufficialità di una nuova candidatura verso le elezioni del 2024. È Tim Scott e lo ha annunciato, lui stesso con un discorso in salsa populista aperto con queste parole:
L’America è la più grande nazione sulla faccia della Terra creata da Dio. E la nostra grandezza – riporta l’AGI – non viene dai politici, non viene dal governo, viene da noi, il popolo.
Chi è Tim Scott e chi sono gli altri candidati del GOP
Tim Scott, Senatore Repubblicano, ha 57 ed è uno degli esponenti di spicco dell’ala populista di destra del Partito Repubblicano. Trattasi dell’unico senatore afroamericano del GOP. Il primo nella storia del South Carolina. Una decisione forte, simbolicamente rilevate, che ora è ufficiale. Tim Scott parteciperà alle primarie del Partito Repubblicano – che presumibilmente se la vedrà con l’attuale Presidente Joe Biden – che indicheranno il candidato del partito alle elezioni presidenziali americane del 2024. La sfida al momento vede favorito l’ex Presidente Donald Trump. Farà parte della contesa, salvo colpi di scena, Ron DeSantis. Il governatore della Florida dovrebbe presto annunciare la candidatura, il suo speech dovrebbe tenersi tra mercoledì e giovedì. Nei prossimi giorni dovrebbe scendere in campo anche Chris Christie, governatore del New Jersey, atteso anche lui all’annuncio ufficiale. Già in partita, oltre a Trump, anche l’ex ambasciatore Usa alle Nazioni Unite Nikki Haley, il finanziere Vivek Ramaswamy, l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson e Larry Elder, conduttore radiofonico che si era già candidato alla carica di governatore della California.
Un prodotto del sogno americano
Tim Scott, ricalcando per certi versi la strategia di Barack Obama, intende presentarsi al pubblico come un prodotto del sogno americano. Volendo raccontare agli americani e alle americane, implicitamente, che quel sogno è possibile attraverso la giusta ricetta politica. Lo ha messo in evidenza nel suo discorso all’inizio del quale ha invitato sul palco la madre perché: “Quando penso alla grandezza dell’America devo cominciare dalla mia americana favorita”. Il senatore, poi, ha detto:
Grazie, mamma, per il lavoro duro e la dedizione che hai mostrato. Grazie per aver creduto in me, come nessun altro ha fatto.
Chiara, quindi, la storia che vuole raccontare Scott: figlio di una famiglia povera, con i genitori separati quando lui era un bambino, Scott è stato allevato dalla madre, costretta a fare tre lavori pur di garantire a lui e al fratello maggiore il cibo e la scuola.
I rapporti con Donald Trump e la ricca disponibilità economica
Seppure avversario politico, Tim Scott non ha ancora attaccato frontalmente Donald Trump. E non è detto che lo faccia. D’altronde lo ha sempre sostenuto in modo fedele. Dipenderà molto da quanto Scott sentirà contendibile la sfida. Lui è temuto ed è considerato un grosso portatore di voti. Lo è ed ha pure molti soldi da investire nella sua campagna. A questa sfida – riporta l’AGI – il senatore arriva con un tesoro di 22 milioni di dollari, cioè il restante degli oltre quaranta milioni che aveva ricevuto dai donatori l’anno scorso, in vista delle elezioni del 2022. A questo si aggiunge l’ingresso nel suo harem di un nuovo ricco donatore: Larry Ellison, il Ceo di Oracle, un altro dei giganti high tech americani. Insomma: Tim Scott, a primo impatto, appare tutto fuorché un underdog.