Smart working: il prossimo 30 giugno è la data termine della proroga per i lavoratori fragili e per i genitori di figli fino a 14 anni di poter lavorare in maniera agile. Con la fine dello stato emergenziale, la modalità di lavoro agile potrebbe terminare definitamente il 30 giugno in assenza di ulteriori proroghe da parte del governo.
Cosa accadrà a queste categorie a partire dal 1° luglio 2023?
Smart working, cosa succede dal 1° luglio 2023
Il lavoro agile ha subito diverse proroghe, fino al Decreto Milleproroghe che ha previsto l’accesso allo smart working, per alcune categorie di lavoratori, fino al 30 giugno 2023.
Quali lavoratori? La proroga è stata disposta per i lavoratori fragili e per i lavoratori esposti maggiormente al rischio di essere contagiati dal Covid-19, sia del settore pubblico che privato. Inoltre, possono accedere allo smart working fino al 30 giugno anche i lavoratori dipendenti del settore privato genitori di figli fino a 14 anni d’età.
Per quanto riguarda i genitori con figli under 14, si ha diritto al lavoro agile se l’altro genitore non sia beneficiario di strumenti di sostegno al reddito e se non vi sia un genitore non lavoratore.
Cosa accade dopo il 30 giugno? Qualora non ci fossero interventi legislativi volti a prorogare ulteriormente la possibilità di ricorrere al lavoro agile, anche le tre categorie beneficiarie dovranno tornare a lavorare necessariamente in presenza. Ciò vuol dire che, eventualmente, il ricorso allo smart working sarà governato da accordi individuali tra azienda e lavoratori, secondo quanto previsto dalla Legge n. 81 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile.
Cosa deve fare il datore di lavoro? Entro cinque giorni, il datore di lavoro deve comunicare al Ministero del lavoro l’inizio e la cessazione del lavoro agile. In che modo deve essere effettuata la comunicazione? I datori di lavoro possono adempiere all’obbligo trasmettendo la comunicazione tramite l’applicativo sul portale “Servizi Lavoro” oppure mezzo i servizi telematici API REST.
Se il lavoro agile non verrà prorogato, a partire dal 1° luglio 2023, si ritorna alla disciplina ordinaria, così come abbiamo appena chiarito. Tuttavia, ciò non toglie ai datori di lavoro di ricorrere allo smart working, in alcuni giorni alla settimana, stipulando accordi con i sindacati.
Per chi resta prioritario il lavoro agile
Per le aziende, sia pubbliche che private, per cui è prevista una percentuale di lavoratori in smart working, si devono rispettare alcune priorità, secondo quanto stabilito dall’articolo 18 della Legge n. 81/2017. L’accesso al lavoro agile deve essere prioritario in favore dei seguenti lavoratori:
- Genitori con figli fino a 12 anni di età;
- Genitori con figli in condizioni di disabilità (non è previsto nessun limite d’età);
- Con gravi disabilità;
- Caregivers.
Si tratta di quattro categorie di lavoratori che hanno diritto di precedenza al ricorso allo smart working e non possono essere sottoposte a nessuna misura organizzativa che possa, in qualche modo, ripercuotersi sulle loro condizioni lavorative. Inoltre, se le suddette categorie di lavoratori chiedono di poter fruire del lavoro agile non possono essere sanzionate, demansionate, trasferite né tantomeno licenziate.
Per quanto riguarda lo smart working in generale, se non verrà deliberata una nuova proroga alla possibilità di ricorrere al lavoro agile, allora i lavoratori fragili e i genitori di figli fino a 14 anni devono ritornare a lavorare in presenza. Tuttavia, a tal proposito, bisogna sottolineare anche che nel periodo post pandemico si è registrata una notevole diffusione di accordi aziendali tra i datori di lavoro e le rappresentanze sindacali. Molte aziende hanno disposto almeno due o tre giorni settimanali di lavoro a distanza.
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