I lavoratori della Wartsila non ci stanno e organizzano una protesta davanti i cancelli della fabbrica a Bagnoli della Rosandra, in provincia di Trieste. Da tempo la situazione va avanti tra sentenze e offerte ‘finte’ per la reindustrializzazione del sito triestino. Ma molti timori iniziano a serpeggiare tra i metalmeccanici triestini.

I lavoratori hanno deciso di appendere le loro tute ai chiodi e manifestare dopo il fallimento del tavolo organizzato giovedì 19 maggio al ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’azienda. In ballo ci doveva essere un accordo con la Imr Industries, che però è poi risultato mai esistito.

L’azienda lombarda – contattata dal Tgr Rai – aveva smentito di aver presentato un’offerta vincolante, mentre Wartsila sosteneva l’esistenza di tale offerta. Imr Industries ha spiegato che i contati con la multinazionale finlandese si erano interrotti ormai mesi fa. Alla fine è arrivata la nota ufficiale della Wartsila che ha spiegato come l’azienda abbia ricevuto sabato 20 maggio le “informazione della decisione di Imr Industries in riferimento all’interruzione della possibile prosecuzione della trattativa, con vero rammarico”. Insomma, rimane una situazione surreale, che però potrebbe pesare sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie se il Governo di Giorgia Meloni non farà passi avanti per salvare una situazione che si sta dirigendo verso una conclusione pericolosa.

La chiusura di Wartsila potrebbe anche essere un duro colpo per il sostrato economico triestino, visto che è l’unica azienda metalmeccanica presente sul territorio. Così circa 400 lavoratori si sono presentati davanti i cancelli dell’azienda. Le tute blu chiedono sostanzialmente un intervento del Governo per risolvere la soluzione, visto che – a quanto pare – l’unica offerta rimasta sia quella di h2 energy, che però non è ritenuta all’altezza dai sindacati e dalle istituzioni.

Wartsila, l’allarme dei sindacati: “La vertenza si risolva in maniera positiva”

I sindacati, in maniera unitaria, hanno lanciato un allarme sulle sorti della vertenza tra i lavoratori e l’azienda che non sta andando “nella direzione giusta”.

“Wartsila non è un soggetto credibile e ora lo dice anche il governo. La nostra lotta non è contro l’azienda ma per tenere alta la tensione” e “per dire alla città che questa vertenza, che sembrava andare verso una soluzione, non sta andando in quella direzione”.

ha commentato Fabio Kanidisek, Rsu di Fim Cisl, mentre il segretario territoriale della Uilm Uil, Antonio Rodà, ha chiamato in causa l’Esecutivo:

“Il Governo assuma una forte regia della vertenza Wartsila . È necessario che la vertenza si risolva in maniera positiva guardando alla piena occupazione”.

Anche per le tute blu della Cgil, la Fiom, è necessario un intervento del Governo. Per il segretario territoriale Marco Relli

“Il Governo deve prendere in mano la situazione altrimenti sarà una catastrofe. Wartsila è l’ultima industria metalmeccanica triestina, non è possibile che non si trovi una soluzione. Se non saremo soddisfatti di come andranno le cose, organizzeremo altre iniziative“.