Chi è Giuseppe Chiné. Il campionato di serie A sta per concludersi, stanno dunque arrivando i verdetti dal campo e non solo, le squadre interessate alla lotta Champions ed Europa League devono sapere che cosa faranno il prossimo anno, soprattutto la Juventus, oggetto di un inchiesta sulle Plusvalenze e su una manovra stipendi (secondo l’qccusa si ripercuotrebbero in maniera illecita sui bilanci della società) e pertanto destinataria di un penalizzazione che rovescerà i risultati guadagnati sul campo.
L’inchiesta, portata avanti dall procura di Torino ha palesemente influenzato l’andamento in campionato di una squadra che si è vista togliere dei punti meritatamente conquistati sul campo dalla giustizia sportiva per via di eventuali (fino a prova contraria) illeciti commessi in stagioni sportive pregresse che non hanno a che fare con quest’annata e soprattutto con questo parco giocatori.
A sostenere la tesi che la Juventus abbia fatto un abuso di Plusvalenze (fino ad oggi non sono mai state normate le plusvalenze) oltre che aver agito in maniera non regolare sui bilanci per vie di manovre che sarebbero secondo l’accusa riconducibili alla slealtà sportiva, c’è un procuratore che di nome fa Giuseppe e di cognome Chiné. Se conosciamo, anche per la passione che nutriamo verso il calcio, i profili professionali di dirigenti e protagonisti di questa vicenda che a dire dei tanti antijuventini abbia macchiato l’immagine del calcio italiano, perché non conoscere quello del procuratore che negli ultimi sei mesi è diventato famoso?
Chi è Giuseppe Chiné?
Giuseppe Chiné, nativo di Bovalino, un paese della provincia di Reggio Calabria, classe 1968 è un noto professionista che in gioventù ha conseguito una laurea in Giurisprudenza. Entrando nel mondo del lavoro, riconduciamo al 1996, l’anno in cui è diventato magistrato ordinario nonché Sostituto procuratore al tribunale di Latina.
Nel biennio 2001-2003 è stato un componente dell’organo collegiale della Corte d’appello di Roma. Terminata questa esperienza, dal 2004 lavora per la Procura Federale della FIGC ma non solo dal alcuni anni ricopre il ruolo di magistrato amministrativo presso il Consiglio di Stato. il magistrato calabrese ha avuto anche un esperienza governatia del nostro paese, infatti è stato ex capo gabinetto del Mef nel governo Draghi.
Ritenuto negli ambienti come uno dei più grandi professionisti, oltre ad aver messo su delle vere e proprie opere sulla materia del diritto civile e dei consumi è anche un rispettabilissimo docente universitario.
Vita privata
Della vita privata del Capo procurtore FIGC non si hanno molte notizie. Per quanto riguarda la sua vita sentimentale si sa che è sposato con una sua conterranea, Maria Grazia Mediati e che dalla loro relazione siano nati Adele e Bruno.
Una notizia di dominio pubblico che interessa però la sua vita è che il procuratore, dopo la prima sentenza che ha penalizzato fortemente la Juventus in classifica ha ricevuto delle minacce da pasudotifosi bianconeri.
Giuseppe Chiné, la Juventus
Entrato come figura provvisoria nella procura federale per sostituire Pecoraro, Giuseppe Chinè ha avuto il suo ruolo definitivo subito dopo la conferma a preseidente della FIGC Gabriele Gravina. Se prima operava nel ruolo di procuratore aggiunto, da qualche anno è capo della Procura FIGC.
In questo ruolo si è occupato di moltissime inchieste sin dai primi giorni, dalla sua titolarità. Da alcuni mesi è impegnato nell’inchiesta sportiva riguardante le plusvalenze fittizie che coinvolge la società e la squadra Juventus.
All’iniziale sua richiesta di 9 punti di penalizzazioni per la squadra bianconera, la Corte Federale d’Appello ha posto una mano più pesante infliggendo 15 punti di penalizzazione nel campionato in corso di Serie A. La Juventus ha avuto modo di riappellarsi al Coni, che di fronte alla scelta di annullare la sentenza o meno ha scelto la via di non decidere. Rimandando indietro, alla Corte federale, la decisione sulla penalizzazione ha specificato:
“Rinvia alla Corte Federale di Appello perché rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A.”
Un mese dopo, il 22 maggio Giuseppe Chine in sede di processo ha richiesto 11 punti di penalizzazione per la Juventus, smentendo se stesso che all’inizio di tutta questa tiritela giudiziaria ne aveva chiesti 9. La Corte Federale di Appello, dopo aver sentito la difesa della Juventus si è riunita in camera di Consiglio.