Il concerto di Bruce Springsteen a Roma del 21 maggio 2023 sarà senz’altro l’evento musicale dell’anno nella Capitale. In totale sono 60mila i fan giunti da ogni parte d’Italia e del mondo per assistere allo spettacolo del Boss e della E-Street Band.
Il concerto di Bruce Springsteen a Roma nel 2023
Con ogni probabilità sarà ricordato come il concerto più importante a Roma nel 2023 come tutte quelle esibizioni che hanno luogo a Circo Massimo: basti pensare al concerto di Vasco dello scorso anno dove 140mila persone hanno invaso tutto lo spazio disponibile o alla tappa dei Maneskin che registrato 70mila persone tra mille polemiche per il Covid. Quest’anno è toccato a Bruce Springsteen infiammare l’antico circo romano nel suo primo tour italiano dopo sette anni dall’ultima volta. Il Boss aveva già suonato a Ferrara, poco dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, e quella è stata la prima tappa italiana, dopo ora adesso toccherà a Monza, il 25 luglio. Tra il pubblico non c’erano solo italiani ma anche spagnoli, statunitensi ed inglesi.
Un clima unico e band d’apertura degne dei grandi concerti
Alle 14 la security ha aperto i cancelli per accedere a Circo Massimo e già a quell’ora erano tantissime le persone in coda per accaparrarsi un posto per potersi godere a pieno lo spettacolo del Boss e della E-Street Band. Un clima unico ed anche abbastanza inusuale dato che l’ingresso della folla è accolto da una pioggia improvvisa che però non ha fatto demordere i fan, armati di ombrelli ed impermeabili per coprirsi. Il cielo si è schiarito nel bel mezzo dell’esibizione di The White Buffalo, la prima band ad aprire il concerto del Boss accolta da applausi e gioia collettiva. Un’ora dopo tocca al 29enne Sam Fender tenere caldi i fan in attesa della star principale: anche il cantautore inglese sembra piacere al pubblico che canta e balla sulle sue canzoni.
L’arrivo del Boss
I primi a salire sul palco sono i membri della E-Street Band, il complesso storico che accompagna Springsteen dal 1972. Poi tocca al Boss che esordisce con “Ciao Roma!” e da lì inizia lo spettacolo: Springsteen suona ininterrottamente sembra non volersi mai fermare dimostrando che i 73 anni sono solo un mero dato anagrafico. Il concerto inizia con “My love will not let you down” e “Death to my hometown“, prosegue poi con “No surrender“, “Ghosts“, “Prove it all night“, “Darkness on the edge of the town“, “Letter to you” con tanto di sottotitoli, “The promised land“, “Out in the street“, “Kitty’s back“, “Nightshift“, “Mary’s place” e “The E Street shuffle“. Nel corso della sua esibizione Springsteen ha regalato un’armonica a una ragazzina sulle spalle del padre e a due ragazzi in prima fila con in mano un cartello “Scambiamo nostra madre per la tua armonica“.
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Il momento autobiografico
La gioia lascia spazio a momenti di malinconia quando il cantante si esibisce in “Last Man Standing” e spiega cosa c’è dietro una canzone così profonda. Era il 1965 quando un giovanissimo Springsteen incontra George Theiss, all’epoca fidanzato di sua sorella, che lo invitò nella sua band “The Castiles”. Theiss è morto cinque anni fa dopo aver lottato per tanto tempo contro un tumore ai polmoni ed è a lui che è dedicata “Last Man Standing“, il boss infatti è l’unico sopravvissuto di quel gruppo di adolescenti che suonava insieme per divertimento.
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Le grandi hit
Nella sua “seconda parte” il concerto entra nel vivo con “Backstreets” e “Because the night“. Tocca poi a “She’s the one“, “Wrecking ball“, “The rising“, “Badlands” e “Thunder road“. Ed è proprio sulla chiusura di Thunder Road che il Boss accenna a lasciare il palco per poi tornare e suonare le sue hit più conosciute: “Born in the USA” e “Born to run“. L’esibizione continua con “Bobby Jean“, “Glory days“, “Dancing in the dark!“, “Tenth Avenue freeze-out” e infine si chiude con “I‘ll see you in my dreams“.
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