Le tragedie vissute dai popoli restano nella coscienza collettiva e diventano patrimonio morale. Il tempo le allontana, non le disperde. Raccontarle, analizzarle, attualizzarle alla luce di avvenimenti sia successivi che contemporanei, costituisce un fervido intreccio tra storia, politica, religione. In un parallelo percorso teso a condividere il ricordo ed attualizzare i temi connessi alla Shoà e all’antisemitismo, per i tipi delle Edizioni del Faro e con la prefazione di Edoardo Recanati, Fulvio Avrham Canetti ha dato alle stampe le proprie riflessioni sotto il titolo “Esilio e Redenzione”.

Recensione del libro “Esilio e redenzione”

Lo stile è scorrevole, coinvolgente, schietto come sa esserlo l’autore, senza artifizi stilistici. Il libro (è stato presentato al Salone internazionale del libro di Torino, 18-22 maggio 2023) nasce dall’incontro di Canetti con Samuele Perugia, da cui è emersa una convergenza di pensiero sulla storia in generale e su quella di Israele in particolare. Dalla millenaria Diaspora ebraica (l’esilio) nasce lo Stato d’Israele (la redenzione) come speranza di libertà e di pace (shalom) per l’intera Umanità. La base su cui poggia questo progetto messianico è la ricostruzione di Gerusalemme quale città aperta all’ascolto della Parola di Dio, per il bene di tutte le Nazioni del mondo. Nonostante la strada sia tutta in salita “a causa degli ostacoli posti dalla galassia del male” che vuole fronteggiare questo progetto escatologico, la fede non crollerà per chi crede nell’uomo fatto a immagine di Dio.

L’antisemitismo all’origine della Shoah

L’autore compie una complessiva e puntuale analisi della Shoah partendo dalle origini del pregiudizio antiebraico sfociato nell’antisemitismo: l’abisso del male ha le radici nella storia d’Europa, con l’antigiudaismo religioso (deicidio) e politico (razziale) quale traino alla crudele storia della Shoà, che ha avuto per il popolo ebraico un impressionante costo in vite umane spezzate dalla furia omicida nazista che ascoltava la “voce misteriosa del sangue ariano”. L’analisi attraversa poi il fenomeno del negazionismo, ideologia creata dai criminali nazisti per occultare il crimine commesso, forma moderna di antisemitismo che pone Israele come bersaglio “irrinunciabile”, in cui le facce della medaglia sono l’antisemitismo e l’ antisionismo. La dottrina sionista fu osteggiata anche dal mondo rabbinico ortodosso, teso ad attendere “la fine dei tempi” per avere uno Stato ebraico, che invece sorse nel 1948 aprendo “la strada verso la Redenzione”. Con Israele inizia la nuova vita del popolo ebraico nella sua terra, cui fa da contraltare la “questione palestinese”, che ostacola il processo di pace e dà vigore all’antisemitismo: tema complesso e attuale con riflessi sulla politica internazionale. Per l’autore quindi, la sfida per la pace di Gerusalemme, città di Dio, è la sfida del nostro tempo da raccogliere per vincere questa battaglia escatologica, anche a difesa dei valori dell’Occidente. Nato a Fontana Liri (FR) nel 1939, Fulvio Avrham Canetti (Giannetti all’anagrafe). Medico cardiologo, ha svolto attività di mo-hel (circoncisore) per le Comunità ebraiche italiane; vive a Gerusalemme. Ha inoltre pubblicato Guerra e Shoah (2014), Amare Israele (2016), Il campo di Giuda (2019).

Carlo Venditti