Oggi è giorno di elezioni politiche in Grecia, le urne sono aperte per rinnovare il parlamento. Se la giocano Nuova Democrazia, partito conservatore e di centrodestra, e Syriza, di sinistra. Secondo i calcoli degli esperti, un partito che vuole governare da solo è necessario che ottenga almeno il 46% dei voti. Molti prevedono che ciò non accadrà e che, dunque, saranno necessarie delle trattative per costituire un governo di coalizione. Ma anche questo scenario alternativo pare complicato ed è plausibile che si finisca a un secondo turno delle elezioni, in occasione del quale si voterà con un nuovo sistema elettorale.
Elezioni politiche in Grecia, come funziona la legge elettorale e chi sono i favoriti
La legge elettorale con cui si vota oggi è stata approvata nel 2016 dal governo di sinistra guidato da Syriza e consiste in un proporzionale semplice. Non prevede il premio di maggioranza di 50 seggi per il primo partito, rendendo più complesse le maggioranze composte da un solo partito. Prevede poi una soglia del 3% per essere ammessi in Parlamento e la soglia del 46% per avere la maggioranza di seggi (151 su 300). Se si dovesse andare al secondo turno di elezioni, il nuovo sistema elettorale, un proporzionale rafforzato, potrebbe portare a risultati più concreti.
I due principali partiti candidati sono Nuova Democrazia e Syriza, acronimo di Synaspismós Rizospastikís Aristerá (Coalizione della Sinistra Radicale), al cui nome si è aggiunto Proodeftiki Symmachia (Alleanza Progressista), per cercare di trasformarsi in una forza politica che comprende al suo interno tutta la sinistra fino al centro progressista. Sono poi presenti i socialisti del Pasok, presenti con il nome di Kinima Allaghis (Movimento del Cambiamento): il loro leader è il moderato Nikos Androulakis. Seguono i comunisti del KKE di Dimitris Koutsoumpas; il partito dell’ex ministro dell’Economia Yanis Varoufakis, MeRA25 (Fronte della Disobbedienza Realistica Europea); e il partito di estrema destra Soluzione Greca (EL), erede di Alba Dorata.
Le persone tra i 16 e i 21 anni che oggi si recheranno alle urne sono più di 430 mila e tutti i partiti si sono impegnati per ottenere il loro importante voto. I leader dei partiti hanno intrapreso una campagna massiccia sui social e in particolare su TikTok. Mitsotakis ha inoltre annunciato che darà ai diciotto e diciannovenni un bonus di 150 simile al 18app italiano. Tsipras dal canto suo ha detto che il primo atto legislativo del suo partito sarà rimuovere i requisiti che rendono complesso l’accesso all’università.
Nei sondaggi Nuova Democrazia e Mitsotakis, il presidente uscente, sono dati in vantaggio. Secondo EuropeElects, che fornisce la media dei sondaggi nazionali, l’attuale partito di governo potrebbe ottenere il 36,6% dei voti al primo turno, seguito da Syriza al 29,5% e dal Pasok al 10,3%. Alexis Tsipras, principale contendente di Mitsotakis, ha invitato a non guardare i sondaggi, perché non pare plausibile che il partito di governo abbia visto aumentare costantemente i consensi anche dopo l’incidente ferroviario di marzo. Su alcuni giornali sono stati pubblicati dei sondaggi che prevedono un testa a testa tra i primi due partiti. Una cosa su cui sono concordi tutte le proiezioni è che nessuno dei due arriverà alla soglia per formare un governo monopartitico. I partiti dovranno dunque iniziare a cercare delle possibili alleanze.
Mitsotakis punta a riottenere un secondo mandato, ma è possibile che stia già guardando al secondo turno, dove avrà maggiori possibilità di governare da solo. Secondo il premier in uscita, fuori da Nuova Democrazia regna «il caos assoluto». Si rivela così necessario, dal suo punto di vista, «un governo stabile, un governo che possa prendere decisioni e che non sia in balia delle contrattazioni e dei ricatti interni ai partiti».