Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Piero Luigi Landriani, l’anziano ucciso a coltellate all’interno della sua abitazione di Corvetto, a Milano, lo scorso 25 aprile. Ad incastrare i due presunti killer, gli amanti arrestati nelle scorse ore dagli inquirenti, sarebbero stati i filmati delle telecamere di sorveglianza installate nel cortile interno dello stabile in cui viveva la vittima e alcune intercettazioni telefoniche. In una di queste si sentirebbe la donna dire al compagno: “Hai ammazzato Luigi davanti a me… Io non vado in galera per te”. In attesa delle prossime mosse investigative, entrambi sono stati trasferiti nel carcere di San Vittore.
Omicidio Piero Landriani: cosa ne sappiamo finora
Sono le 23.12 del 25 aprile quando, dallo stabile Aler al numero 8 di via dei Panigarola in zona Corvetto, a Milano, parte una segnalazione al 112. A telefonare è la 49enne di origini brasiliane Andrèina Cristiane Nascimento. All’operatore che le risponde la donna spiega che Piero Luigi Landriani, l’anziano che vive con lei nell’alloggio popolare (di cui è sia compagna che badante), sarebbe morto dopo essere stato accoltellato da due pusher marocchini per un debito di droga di 70 euro maturato nei loro confronti. Insieme a lei c’è anche un uomo. Si chiama Giovanni Iuliano, ha 35 anni e si dimostrerà essere il suo amante. Per vederci di più, gli inquirenti intercettano le loro telefonate. Stando alle ultime notizie emerse sul caso, sarebbe stata proprio una di queste ad incastrarli.
Tu sei testimone, tu hai visto che i marocchini hanno accoltellato lui, allora perché non ti presenti?,
le dice lei. Insieme concordano una comune versione dei fatti. In un’altra chiamata lei, sentendo il peso della situazione, cerca di addossargli le responsabilità del delitto. Gli dice:
Hai ammazzato Luigi davanti a me… Io non vado in galera per te.
Lui le risponde: “Stai parlando troppo”. A renderlo noto è Il Giorno. Entrambi sono stati arrestati nella giornata di ieri perché sospettati di essere coinvolti nell’omicidio. A dimostrarlo ci sarebbero anche i filmati di alcune telecamere di sorveglianza installate nel cortile interno dello stabile, che avrebbero dimostrato che, al momento dell’omicidio, in casa dell’anziano c’erano sia Nascimento che Iuliano.
Il possibile movente del delitto
L’ipotesi è che i due amanti siano arrivati ad ucciderlo dopo svariate liti. Sembra infatti che l’anziano fosse “geloso” della relazione tra la sua compagna e l’amante, e mal tollerava gli incontri dei due a casa propria. Un delitto di natura passionale, quindi, maturato dal clima di discussioni e convivenze forzate in cui due si sarebbero trovati. Non è chiaro, almeno per il momento, chi sia stato a colpire la vittima o se l’abbiano fatto entrambi. Ciò che si sa è che Landriani è morto a causa delle lesioni riportate dalle oltre 10 coltellate ricevute. Elementi utili potranno emergere, in tal senso, dagli esiti dell’autopsia effettuata sulla salma dell’anziano, così come dagli accertamenti effettuati dalla polizia scientifica sulla scena del ritrovamento del cadavere.
Nell’attesa, entrambi gli indagati sono stati fermati e trasferiti nel carcere di San Vittore. Dal giorno del delitto vivevano in una tenda di fortuna nei giardinetti di via Virginio Ferrari. La notizia del loro arresto ha portato gli abitanti della comunità a tirare un sospiro di sollievo, dopo settimane di terrore. Dallo scorso aprile, dopo aver appreso dell’omicidio, in tanti erano preoccupati di poter subìre delle aggressioni. Da mesi Milano – così come Roma – è infatti teatro di violenze di ogni tipo, soprattutto nelle zone più problematiche. Una situazione ormai allo stremo, a cui le autorità cittadine, di comune accordo con il governo, stanno cercando di rimediare, prevedendo anche maggiori controlli di polizia.