In Italia il ricambio generazionale tra i medici di base si è bloccato: sono sempre più anziani e sempre meno giovani intraprendono questa professione. Oltre un terzo dei medici di famiglia ha più di 66 anni, secondo un’indagine svolta da Agenas (Agenzia Sanitaria Nazionale delle Regioni). Secondo i dati raccolti, infatti, sembrano essere sempre meno i giovani specializzandi che si formano per diventare medici di base e per prendere il posto di chi sta andando in pensione. In tutta Italia, i medici di base che si sono laureati meno di 6 anni fa sono solo 666. I professionisti intorno ai 45 anni, con un’anzianità dai 13 ai 20 anni, sono circa 2000. Aumenta esponenzialmente il numero di medici con un’anzianità di oltre 27 anni: sono circa 30mila.

Il ricambio generazionale dei medici di base, sempre più anziani, è un problema quanto mai urgente

Questo anche e soprattutto perché a ciò consegue che ogni medico ha un numero di pazienti sempre più alto. Garantire un’assistenza adeguata e di qualità per ogni paziente diventa sempre più difficile. Si parla di una media di 1.237 persone per medico ma il 42% dei medici ha sfondato il tetto massimo, che dovrebbe essere di 1.500. Per tentare di arginare il problema, molte Regioni hanno dato il via libera all’aumento del numero degli assistiti, fino a 1.800 e oltre.

Sulla scorta di questi dati si può dire, con preoccupazione, che nei prossimi due anni il 25% della popolazione italiana si troverà sprovvista dell’assistenza territoriale di base. E si aggiunga che si tratta di una stima ottimistica, che prende in esame solo i pensionamenti come causa di interruzione del lavoro e non altri fattori. Nel 2025, i nuovi medici saranno poco più di 10 mila, mentre quasi 14 mila avranno ormai lasciati la professione. Rimarranno scoperti circa 3.600 posti, corrispondenti a 4,5 milioni di italiani che rimarranno senza medico di base o che dovranno rivolgersi a quelli rimasti.

Il governo, anche grazie ai 15,63 miliardi del fondo PNRR per la sanità, intende dare priorità alle reti di prossimità e all’innovazione, creando le case di comunità. Con il decreto Milleproroghe inoltre è stata aumentata l’età pensionabile dei medici di famiglia, dai 70 ai 72 anni. Questo però tamponerà solo momentaneamente il problema e porterà ad avere sempre più dottori anziani. Si rivela necessario intervenire anche sulle borse di studio. Negli ultimi tre anni, il numero delle borse è quasi triplicato, ma le regioni si muovono con un ritardo superiore a un anno nella pubblicazione dei bandi e i numeri sono comunque insufficienti se confrontati con i pensionamenti. Si aggiunga che circa il 20% dei vincitori del bando, nei primi due anni abbandona la specializzazione da medico di base per entrare in altre con borse di studio meglio retribuite.