A due anni e mezzo dalla scomparsa di Alessandro Venturelli è stata avanzata da parte della Procura competente una nuova richiesta di archiviazione delle indagini. Del 21enne si sono perse le tracce il 5 dicembre del 2020. Da allora ogni ricerca è stata un buco nell’acqua, ma i familiari del ragazzo non sono intenzionati ad arrendersi e chiedono agli inquirenti di cercare loro figlio all’estero, in Olanda, dove una segnalazione lo collocava qualche mese fa. Era stata una donna a presentarla, mettendosi direttamente in contatto con sua madre.
Ho visto oggi Alessandro nei pressi di Amsterdam vicino alla biblioteca e ad un parco. Sembrava un vagabondo ma in qualche modo era curato, aveva un bel viso. Indossava scarpe con un laccio nero e uno bianco, una giacca e pantaloni larghi e neri. Erano circa le 16.45 del pomeriggio,
scriveva nella mail. Da quel momento i familiari del giovane sono convinti che possa effettivamente essere partito, forse dopo essere stato manipolato da qualcuno.
Scomparsa di Alessandro Venturelli: cosa è successo fino ad ora
Tutto inizia il 5 dicembre del 2020. Alessandro Venturelli ha 21 anni quando si allontana volontariamente dalla sua abitazione di Sassuolo, facendo perdere le proprie tracce. A lanciare l’allarme sono i genitori: raccontano che il ragazzo sarebbe uscito dopo aver gettato dalla finestra uno zainetto contenente biancheria, scotch, un telo di plastica e altri oggetti. Un atteggiamento strano, che aveva spinto il padre ad inseguirlo per cercare di bloccarlo, ma senza successo. Da allora risulta scomparso. La madre, Roberta Carassai, si dice convinta del fatto che il figlio sia stato manipolato da qualcuno. Da qualche settimana, racconta, Alessandro dava l’impressione di sentirsi minacciato, tanto da sentire il bisogno di dormire con lei.
La sua ipotesi è che possa essersi allontanato dopo essere stato spinto a farlo in un momento di particolare fragilità psichica, accentuata dalla recente morte di uno zio molto caro e dalla malattia della madre. La Procura di Modena apre un fascicolo di inchiesta per allontanamento volontario. Le ricerche non portano, però, da nessuna parte. Alessandro sembra essersi volatilizzato nel nulla. Poco prima di morire, il musicista Raoul Casadei dice di essere convinto di averlo incontrato su una spiaggia romagnola e di aver scambiato con lui qualche parola. Ma ogni sopralluogo dà esito negativo. Dopo settimane si inizia ad indagare per sequestro di persona a carico di ignoti.
Passano i mesi. I genitori continuano ad aggrapparsi a tutto, a seguire ogni possibile indizio che possa portarli a loro figlio. Emerge la cosiddetta “pista olandese”. Una donna sostiene infatti di aver visto Alessandro ad Amsterdam. A rendere attendibile la sua testimonianza sono alcuni elementi emersi nel corso degli accertamenti effettuati da un perito informatico sull’Iphone 11 di Alessandro, rimasto a casa: una cartina dell’Olanda e una mail cestinata destinata a un’azienda fiamminga con tanto di CV.
La possibile archiviazione del caso
In Olanda i suoi genitori hanno già cercato, ma invano. Eppure si aspettavano che gli inquirenti facessero lo stesso. Invece, a due anni e mezzo dalla scomparsa del figlio, la Procura avrebbe chiesto l’archiviazione delle indagini.
Invece di arrivarmi l’ordine europeo di indagine (per fare ricerche all’estero, ndr), mi è arrivata la seconda lettera di archiviazione. Il termine scade il 20 giugno. Il mio avvocato Giovanna Ferrari ha ricevuto questa domanda e adesso avrà un mese per deporre la sua opposizione,
ha dichiarato la mamma, Roberta Carassai, secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Modena. Lei e la sua famiglia si opporranno alla richiesta, chiedendo di andare avanti. Non si fermeranno finché non riusciranno a fare luce su quanto accaduto a loro figlio.