Purtroppo c’è ancora carenza di organi per trapianto. Le liste d’attesa sono lunghe e crescono di anno in anno. Al tempo stesso le capacità dei nostri chirurghi di prelevare organi, le tecniche, le capacità e le nostre tecnologie migliorano di anno in anno ma non nel numero di cui c’è necessità. Solo un terzo dei pazienti in lista d’attesa ricevono l’organo entro l’anno. Le liste d’attesa sono intorno a 9 mila pazienti all’anno”, così il dottor Gustavo Spadetta, responsabile del coordinamento donazione organi e tessuti del Policlinico Umberto I di Roma intervistato da Roberta Feliziani a ‘Dritti al punto’ in onda su Cusano Italia Tv.

Donatori di organi e iter di un trapianto

Come spiega il dottor Spadetta la donazione di organi in alcuni casi è l’unica terapia salva vita.

Bisogna far crescere la consapevolezza dell’importanza della donazione degli organi in quando si tratta dell’unica terapia che a volte può salvare la vita di un paziente. Da una donazione si possono salvare numero persone. Però è disponibile solo se accettiamo di donare i nostri organi. Quindi la sensibilità sia della società che del personale sanitario in particolare è molto importante per rendere disponibile questa terapia. Perché funziona, è estremante efficace e non ha controindicazioni. Quindi sempre più patologie si giovano di questa terapia. Quindi sempre più pazienti richiedono questa terapia. Per alcuni il trapianto è salvavita, come nei casi di trapianto di cuori, fegato e polmoni. La gestione delle liste di attesa è molto complicata“.

La tempestività è importantissima in questi casi, il trapianto deve essere fatto nell’immediato.

L’organizzazione – spiega Spadetta – richiede dei tempi molto stretti e un coordinamento molto efficace di tantissimi professionisti, tutti i giorni dobbiamo organizzare e coordinare il trasporto di un’equipe di chirurghi che va a prelevare l’organo e che sia poi spedito. C’è una rete di professionisti a livello locale, regionale e a livello nazionale“.

Come diventare donatori di organi

Ormai è abbastanza facile dichiarare il proprio consenso. Al momento del rinnovo o della prima sottoscrizione della carta di identità. Si può dichiarare iscrivendosi all’Aido (Associazione italiana donatori di organi), si può dichiarare presso le Asl ma anche banalmente si può dichiarare scrivendo un foglio di carta con la data e la firma. La data è importante perché in teoria possiamo cambiare la nostra volontà anche più volte nel corso della vita. Se invece questa responsabilità non la si vuole delegare o lasciare ad altri possiamo decidere sia per il sì che per il no”, conclude il dottore.