Arrivano indicazioni importantissime dal G7. La reunion delle 7 potenze mondiali (Canada; Francia; Germania; Italia; Giappone; Regno Unito; Stati Uniti) ha fatto emergere una chiara linea di criticità alla politica portata avanti dalla Cina. Alla quale, infatti, sono stati lanciati due messaggi. Il primo è una richiesta, che a questo punto somiglia sempre di più ad una sollecitazione, di intervenire nell’ambito del conflitto ucraino e di farlo come mediatore della Russia per spingerla a ripiegare. Questo quanto sottoscritto dai capi di stato e di governo dei paesi partecipanti al g7:
Chiediamo alla Cina di agire in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione di Vienna. E di non condurre attività di interferenza volte a minare la sicurezza delle nostre comunità, l’integrità delle nostre istituzioni democratiche e la nostra prosperità economica.
Ma il passaggio più significativo è quello sulla richiesta alla Cina di “fare pressioni sulla Russia affinché fermi la sua aggressione militare”. Mosca deve “ritirare incondizionatamente le sue truppe dall’Ucraina”.
L’altro segnale lanciato a Pechino riguarda un argomento che, come sappiamo, è in grado di far pizzicare la pazienza Xi Jinping: Taiwan. Dal G7, infatti, arriva una richiesta di pace nello stretto che divide l’isola dalla Cina. Da Tapei ringraziano e, in una nota diffusa dal Ministro degli Esteri, commentano:
Negli ultimi anni, la Cina ha spesso utilizzato mezzi militari ed economici per intimidire Taiwan e i Paesi limitrofi, ponendo serie minacce e sfide alla sicurezza dello Stretto di Taiwan, della regione indo-pacifica e del mondo. Taiwan continuerà a cooperare con i membri del G7 e i Paesi che la pensano allo stesso modo per rafforzare la resilienza del campo democratico globale, salvaguardare l’ordine internazionale basato su regole, resistere alla coercizione autoritaria e salvaguardare congiuntamente un libero e aperto Indo-Pacifico e la pace, la stabilità e la prosperità globali.
G7 contro Cina, la reazione di Pechino
Ma Pechino non resta a guardare. Dalla capitale cinese fanno filtrare sensazioni di profonda insoddisfazione per il modo in cui sta andando il G7 di Hiroshima e, in questo senso, trasmettono un invito a non sottovalutare la determinazione cinese nella difesa della sovranità nazionale sulla questione di Taiwan. In una nota riportata dall’AGI si legge che: “La soluzione della questione di Taiwan – dicono dal Ministero degli Esteri della Cina – è affare del popolo cinese e dovrebbe essere decisa dal popolo cinese”. Poi aggiungono:
Il G7 continua a sostenere di mantenere la pace attraverso lo Stretto di Taiwan, ma non menziona mai la sua opposizione all’indipendenza di Taiwan”, prosegue la nota di Pechino, sottolineando che “nessuno dovrebbe sottovalutare la forte determinazione, la ferma volontà e la forte capacità del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale.
Dalla Cina sentono che le loro posizioni non vengono considerate e, pertanto, promettono una ferma opposizione alla posizione assunta dal G7 che, tramite i leader dei vari paesi, ha espresso preoccupazione per l’atteggiamento di rivendicazione che il Paese di Mezzo ha nei confronti dei territori del Mare cinese Meridionale e Orientale.
Intanto Meloni
Intanto Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri, lascia il G7 e fa ritorno in Italia dove dovrà riprendere in mano il timone e gestire la grossa emergenza climatica che ha colpito, con danni incommensurabili, l’Emilia-Romagna. Il Premier, parlando ai media, ha riproposto la linea di criticità sulla Cina pur non chiudendo, a priori, il dialogo con Xi Jinping. Il suo commento:
Quello che abbiamo visto con la Russia insegna molto. Oggi corriamo un rischio spingendo verso una tecnologia elettrica. Il timore è passare da una dipendenza ad un’altra”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando del rapporto con la Cina. “Bisogna dialogare, non fare l’errore di chiudersi ma dobbiamo essere padroni del nostro destino.