Papa Francesco fa sentire la sua voce al G7 in corso a Hiroshima, con una lettera che ha tutte le caratteristiche del monito rivolto ai grandi del pianeta, con riguardo alla guerra in Ucraina e al rischio di un’escalation nucleare che arrivi all’utilizzo di una nuova bomba atomica.
Papa Francesco, in una lettera al G7 l’avvertimento sull’atomica: “Armi nucleari inadeguate per difendere la pace”
Papa Francesco prende nuovamente la parola sulla guerra in Ucraina, portando avanti il suo messaggio di pace e cercando di accompagnarlo a una riflessione sui rischi per il pianeta intero legati al conflitto nell’Est Europa.
Lo fa attraverso una lettera inviata al vescovo di Hiroshima, Alexis-Mitsuru Shirahama, ma i cui veri destinatari sembrano a tutti gli effetti essere i leader del pianeta riuniti al G7 che si svolge in questi giorni nella città giapponese. Nella missiva, Bergoglio ricorda quella che definisce la “lezione dell’arma atomica”, rappresentata da Hiroshima bersaglio, con Nagasaki, degli attacchi nucleari che, di fatto, posero fine alla Seconda Guerra Mondiale, rispettivamente il 6 e il 9 agosto del 1945.
Francesco ricorda il suo viaggio in Giappone nel 2019, quando definì Hiroshima “una catechesi umana sulla crudeltà” e ribadì come l’uso e il possesso di armi nucleari siano “immorali”. Concetti che ritornano nella lettera odierna, legandosi con la situazione di crescente rischio nucleare alimentata dalla precarietà della situazione in Ucraina, che non sarà risolta, spiega il Pontefice, con il ricorso alle armi nucleari, inadeguate a “garantire la sicurezza nazionale e internazionale”.
“Ho voluto ribadire la ferma convinzione della Santa Sede che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune”.
Bergoglio: “Armi nucleari sono moltiplicatore di rischio”
Francesco ritiene che l’atomica rappresenti un costante elemento di sfiducia e tensione nel mondo, che agisce negativamente sull’economia e le risorse che la loro produzione va ad assorbire, ma anche sui rapporti diplomatici, ostacolati dal “clima di paura e sospetto” da esse generato.
“In tale contesto, le armi nucleari e le altre armi di distruzione di massa rappresentano un moltiplicatore di rischio che dà solo un’illusione di pace”.
Il Papa guarda, quindi, al futuro. Mentre il Vaticano continua a lavorare sulla missione di pace tra Russia e Ucraina, che ha visto una tappa cruciale nell’incontro a Roma tra il Papa e il presidente ucraino Volodymyr Zelenski, la speranza per l’avvenire risiede, secondo Bergoglio, in un rinnovato impulso alla solidarietà tra i popoli del mondo.