Non c’è futuro se non c’è programmazione e allo stabilimento Stellantis di Melfi sono molto preoccupati sulle possibilità che la fabbrica possa rimanere attiva e produttiva per i prossimi anni.
Operai in assemblea e Fiom sul piede di guerra
La situazione non è dalle migliori ormai da mesi e gli operari insieme con i sindacati da tempo chiedono attenzione. Infatti in questi giorni si sono svolte le assemblee Fiom Cgil Basilicata nello stabilimento Stellantis di Melfi in provincia di Potenza, per discutere con i lavoratori le iniziative da mettere in atto per aprire il confronto con l’azienda ormai più francese che mai. “L’assenza del confronto con Stellantis – fanno sapere da Potenza – è un fatto grave, non si ha contezza del cronoprogramma sull’inserimento delle nuove vetture, ancora peggio è che si procede con lo smantellamento produttivo e occupazionale a colpi di trasferte, incentivi all’esodo e contratto di solidarietà che hanno tutta l’area di licenziamenti mascherati”.
Da Stellantis nessun segno di apertura per Melfi
Per la Fiom i segnali sono chiari e non sembrano esserci margini di manovra. Anche perché dall’azienda non arriva nessuna indicazione: “Dalle assemblee è emerso in modo chiaro il continuo peggioramento delle condizioni di lavoro per chi resta sulle linee, non più sostenibile: si cancellano le pause, si cambiano i turni e gli orari da un giorno all’altro, tutto per garantire la massima efficienza a Stellantis. Il rischio di una crisi devastante sull’economia e sulla vita delle persone di tutta la regione sta diventando una dura realtà e la Fiom Cgil non starà a guardare. Chiediamo alla politica, alle istituzioni regionali e nazionali, alle imprese e a Stellantis, di rompere il silenzio perché si possa frenare un processo di dismissione e di smantellamento di un sito produttivo importante come quello di Melfi”.
Esuberi, trasferte e niente futuro per gli operai
Per Melfi non è la prima volta in queste situazioni di grande incertezza. Ora però arrivano altri esuberi dichiarati dall’azienda, sono 2.600 i lavoratori nel solo stabilimento di Melfi. Oltre agli operai in trasferte negli stabilimenti europei e non, e gli ed esodati. Per il sindacato quella di Melfi è un’area strategica per tutto il territorio sia da un punto di vista di capitale unmano che professionale: “L’area industriale di Melfi vantava una filiera importante del settore automotive con un alto numero di occupati, con competenze professionali che va mantenuta”.
Non si riparte sarà deserto industriale per la Basilicata
Per CGIL Fiom è fondamentale riaprire il tavolo con Stellantis. Così come prevede l’accordo del 25 giugno 2021 sottoscritto dal sindacato. L’accordo prevede una serie di punti di sintesi riguardo la tutela occupazionale, salariale e delle condizioni di lavoro e di sicurezza. Oltre a sottoscrivere una possibile nuova fase industriale che guidi lo stabilimento nella fase della transizione elettrica. Chiudere o ridimensionare molto lo stabilimento lucano significa colpire con forza un territorio già molto debole industrialmente. Significa inoltre precludere lo stesso territorio dall’opportunità di rendersi protagonista per il futuro di ecosostenibilità del paese. Perché in Basilicata si possa garantire un sistema industriale e dell’automotive all’altezza del passato bisogna che le sfide vengano vinte al più presto possibile.