È atterrato ieri all’aeroporto di Fiumicino di Roma, il 20enne di origini romene accusato dell’omicidio di Alessandro Gozzoli, il 40enne di Bazzano trovato morto nella sua casa di Casinalbo di Formigine, in provincia di Modena, lo scorso marzo. Davanti al giudice che ne ha disposto il fermo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il presunto killer si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si cerca, intanto, il complice, suo connazionale. Stando a quanto emerso dalle indagini, i due sarebbero stati incastrati dagli spostamenti dell’auto della vittima – trovata poco dopo il delitto in un quartiere del Bolognese – e dai movimenti della sua carta di credito.

Omicidio Alessandro Gozzoli: estradato in Italia dalla Romania uno dei presunti killer

Era stato fermato all’inizio di maggio mentre cercava di rimpatriare in Romania, il 20enne sospettato di aver ucciso Alessandro Gozzoli nel Modenese lo scorso marzo. Gli inquirenti si erano messi sulle sue tracce dopo aver visionato i filmati delle videocamere di sorveglianza installate nei pressi dell’abitazione della vittima. Insieme ad un suo connazionale, ancora ricercato dalle autorità, è accusato di omicidio volontario, rapina aggravata ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento, per aver usato le carte di credito del 40enne. Stando a quanto emerso finora, era domiciliato presso alcuni parenti ai Prati di Caprara di Bologna.

L’ipotesi più accreditata è che lui e il suo complice possano aver ucciso Gozzoli al culmine di una rapina. Il 40enne, originario di Bazzano, era stato trovato senza vita nella sua abitazione di Casinalbo di Formigine il 10 marzo scorso. Il suo corpo, nudo, era stato trovato con le mani e i piedi legati al letto, coperto da un lenzuolo. L’appartamento era stato messo a soqquadro. Fin da subito era emerso che dalla scena del crimine mancavano alcuni effetti personali della vittima, tra cui le chiavi dell’auto e alcune carte di credito, appunto. La vettura dell’uomo, una Lancia Y, era stata trovata poco dopo in un quartiere di Bologna. Ricostruendo i suoi spostamenti e i movimenti dei pagamenti effettuati con le carte di Gozzoli, gli investigatori sarebbero riusciti a rintracciare il 20enne.

La famiglia della vittima chiede che sia fatta giustizia

A trovare il cadavere del 40enne, lanciando l’allarme, era stata la sorella che, avvisata dalla datrice di lavoro dell’uomo, che non lo aveva visto arrivare e non riusciva a mettersi in contatto con lui, si era recata a casa sua, facendo la terribile scoperta. Da allora sono state battute tutte le piste: dall’ipotesi di un gioco erotico finito male, vista la modalità di ritrovamento del corpo, a quella della rapina, che per ora sembra essere la più plausibile. Nel corso dei funerali della vittima la donna aveva lanciato un appello agli inquirenti, chiedendo che fosse fatta giustizia per la morte ingiusta e senza senso del fratello.

Chiediamo giustizia per Alessandro e speriamo che arrivi presto. Siamo più sereni sapendo che adesso non soffre più. Ora è in cielo e questo ci dà un po’ di conforto. Abbiamo sentito il supporto di tutta la comunità e siamo rimasti colpiti dal ricordo che in questi giorni avete dato di lui,

aveva dichiarato. Stando agli ultimi sviluppi, gli inquirenti sarebbero davvero vicino alla risoluzione del caso. Si aspetta di fermare il secondo uomo e di sapere dal primo, già detenuto in Italia dopo l’estradizione, qualcosa in più sulle dinamiche del delitto. I suoi avvocati, Francesco Uselli e Peppino Brugnano, avrebbero già nominato un perito di parte e starebbero ora valutando tutte le ipotesi accusatorie per capire come muoversi. Alle indagini lavorano i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sassuolo e di Modena, con la collaborazione delle autorità romene.