Più di 80mila immagini legate allo sfruttamento sessuale di minorenni: è la terrificante scoperta della polizia postale sul computer di un uomo di 33 anni, residente a Torino e tratto in arresto con l’accusa di pedopornografia.

Secondo quanto rivelato dalle forze dell’ordine il responsabile, residente nel capoluogo piemontese, si occupa di comunicazione e pubblicità. Le autorità lo hanno colto sul fatto dopo una serie di attività di indagini incrociate, coordinate dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) della polizia postale. Un’operazione frutto della sinergia degli agenti con gli investigatori del Centro operativo sicurezza cibernetica operativo nei territori di Piemonte e Valle D’Aosta.

Arresto per pedopornografia a Torino, il responsabile ritoccava le foto con applicazioni di editing

Una volta scoperto, il 33enne è stato sottoposto ad una approfondita perquisizione informatica. Gli uomini della Postale hanno subito constatato “l’ingente quantità di materiale pedopornografico presente nei dispositivi” dell’indagato.

Ma non solo: è emerso come quest’ultimo avesse studiato un “accurato meccanismo di classificazione”, anche attraverso l’utilizzo di cartelle nascoste. Gli inquirenti, inoltre, hanno rilevato come alcuni dei file siano stati ritoccati e modificati tramite applicazioni di editing fotografico.

In manette dopo essere stato colto in flagranza di reato, il 33enne si trova attualmente ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida. Il materiale incriminato e i dispositivi dell’uomo sono finiti sotto sequestro.

La polizia postale lancia l’allarme: quasi 1500 denunce per scambio di foto di minori nel 2022

In occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, la polizia postale aveva già lanciato l’allarme su un fenomeno dilagante. Lo scorso anno 1.466 persone sono state denunciate per scambio di foto e video con soggetti bambini o adolescenti. 149, invece, gli arresti per pedopornografia nel 2022.

Gli agenti rivelano un certo aumento dei casi di “sextortion”, veri e propri ricatti rivolti a bambini e ragazzi. Ai minori giungono richieste di denaro e minacce di diffondere loro immagini sessuali sul web. Una questione che ha interessato da vicino ben 132 giovanissimi italiani lo scorso anno.