Lavoro stagionale: particolarmente diffuso nella stagione estiva, impiega ogni anno moltissimi lavoratori, figure da adibire a mansioni che si svolgono soltanto per un determinato periodo. Seppur molto utilizzato, soprattutto nelle zone marittime, ancora non tutti sanno bene chi sono i lavoratori stagionali e per quali tipologie di attività possono essere assunti.

Anche il lavoro stagionale deve seguire regole ben precise stabilite dal contratto di lavoro e dalla contrattazione collettiva. Di quali si tratta? Come funzionano il vitto e l’alloggio? Influiscono sugli stipendi?

Lavoro stagionale: di cosa si tratta e quali attività comprende

Prima dell’inizio della stagione estiva c’è la corsa alla ricerca dei cosiddetti lavoratori stagionali, ovvero dipendenti di attività che si svolgono solo in un determinato periodo dell’anno e non hanno carattere di continuità. Il lavoro stagionale, per sua natura, non si può svolgere per tutto l’arco dell’anno solare.

Se vogliamo collocarlo più precisamente, questa tipologia di lavoro rientra nel lavoro a tempo determinato anche se si differenzia per moltissimi aspetti. Per esempio, a differenza del lavoro a tempo determinato non sono previste proroghe oppure rinnovi del contratto. Nel lavoro stagionale ci sono ancora le attività previste dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 1525/1963 e in base alla contrattazione collettiva.

Volendoci rifare ai tempi, sono molto diffusi impieghi stagionali come giardinieri, camerieri, bagnini, addetti alla reception. Tutte attività che si ricercano per lo più in determinati periodi dell’anno: per la stagione estiva e per la stagione invernale.

Vitto e alloggio sono inclusi e influiscono sullo stipendio?

Il vitto e l’alloggio abbassano lo stipendio delle attività di lavoro stagionale? Prima di rispondere alla domanda dobbiamo chiarire a cosa si riferiscono i termini vitto e alloggio.

Nel primo caso, si tratta della fornitura di pasti oppure della copertura delle spese legate agli alimenti. Per esempio, ci può essere l’accesso ad una mensa interna dell’azienda oppure l’utilizzo di buoni pasto durante il periodo di lavoro stagionale. Se vogliamo fare un esempio più pratico possiamo pensare ad un lavoratore stagionale assunto come cameriere che ha il vitto all’interno del ristorante dove presta la propria attività lavorativa. Ovviamente, le modalità e gli orari sono fissati nel contratto di lavoro.

Nel secondo caso, si tratta di una sistemazione nell’ambito del periodo di lavoro. Nella maggior parte dei casi, il lavoratore alloggia in una stanza sita nei locali aziendali, in un appartamento che l’azienda concede ai dipendenti oppure in specifici residence. Così come il vitto, anche per l’alloggio le modalità e tutto ciò che concerne vengono fissati dal contratto di lavoro.

Spiegati e chiarati come funzionano il vitto e l’alloggio per i lavoratori stagionali, non resta che rispondere alla domanda. Qualora vengano previsti nei contratti, gravano in qualche modo sullo stipendio? Naturalmente, il modo migliore per saperlo è leggere il contratto. Se nel contratto figura la dicitura “vitto e alloggio inclusi”, allora non vi è dubbio che la loro fruizione fa parte dei benefici. Ciò vuol dire che il lavoratore stagionale può beneficiarvi senza che essi gravino sullo stipendio. Ovviamente, come già detto, le regole e le modalità possono variare in base non solo al contratto di lavoro, ma anche in base al tipo di lavoro.

Qualora il vitto e l’alloggio siano inclusi tra i benefici e le condizioni di lavoro, allora i dipendenti non avranno ripercussione alcuna sullo stipendio oppure sul compenso per le prestazioni lavorative svolte. Vitto e alloggio sono un beneficio ad hoc che i datori di lavoro, generalmente, offrono per agevolare i lavoratori che, altrimenti, dovrebbero procurarseli a proprie spese.
In ogni caso, per saperlo prima, è sempre opportuno leggere attentamente il contratto di lavoro o, per comprenderlo meglio, richiedere la consulenza di un professionista.

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