Pensione cristallizzata INPS: vantaggi esclusivi per pochi lavoratori. Nelle ultime settimane a causa dell‘assenza della riforma pensioni sono state sollevate molte domande riguardo alla cristallizzazione del diritto alla pensione anticipata.

È importante chiarire da subito che il diritto alla pensione resta immutato anche nel caso in cui la formula viene cancellata, modificata o archiviata. Infatti, specifici casi previdenziali si attiva il diritto alla cristallizzazione alla pensione. Vediamo insieme le principali caratteristiche di questo strumento.

Pensione anticipata INPS cristallizzata: un vantaggio per questi lavoratori

Si tratta della possibilità di aderire a un meccanismo che consente di congelare il diritto alla pensione per esercitarlo in un momento successivo, anche se la misura non è operativa o presenta altre condizioni.

Innanzitutto, la cristallizzazione del diritto alla pensione è un istituto che permette l’erogazione dell’assegno pensione. Se i requisiti per l’accesso al trattamento previdenziale vengono maturati entro i termini previsti dalla legge.

Il lavoratore che soddisfa i criteri stabiliti per accedere a una formula previdenziale non perderà tale diritto se decide di non andare in pensione subito. In altre parole, una volta acquisito il diritto alla pensione anticipata, questo non andrà perduto nel corso degli anni.

Pensione Cristallizzazione Quota 100 e Quota 102: come funziona

Il principio della cristallizzazione alla pensione permette di andare in pensione con Quota 100 e Quota 102, anche nel 2024, 2025, 2026 e negli anni successivi.

In sostanza, coloro che hanno perfezionato i requisiti per la pensione Quota 102, ovvero 64 anni di età e 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022, non perderanno il diritto alla pensione acquisito entro i termini stabiliti, ma potranno beneficiarne negli anni successivi.

Con la misura Quota 102 potranno andare in pensione sempre i nati entro il 1958, purché abbiano perfeziono i requisiti entro il 31 dicembre 2022.

Quota 100 permette l’accesso alla pensione ai nati entro il 1960 che abbiano perfezionato i requisiti di legge, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi. Se accumulati entro il 31 dicembre 2021.  

La pensione donna cristallizzata: ecco chi può andare in pensione a 58 anni senza condizioni

La pensione donna è stata oggetto di significativi correttivi introdotti nella Legge di Bilancio 2023.

Opzione donna rivolta alle lavoratrici del comparto pubblico e privato, permette di andare in pensione a 59 e 58 anni con 35 anni di contributi, anche nel 2023, 2024, 2025 e successivi. A patto che i requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2021, grazie alla cristallizzazione del diritto.

A partire dal 2023, invece, Opzione donna si rivolge alle lavoratrici che rientrano nei profili meritevoli di tutela e consente di andare in pensione anticipata a 60 anni di età con 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2022. Resta ferma la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro a 58 o 59 anni, con la condizione di maternità legata a uno o più figli.

L’ente nazionale della previdenza sociale nella circolare n. 25 del 6 marzo 2023, rende operativi i nuovi requisiti e le condizioni di rilascio della pensione Opzione donna. La misura si rivolge alle lavoratrici invalide, lavoratici caregiver, lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese con in corso un piano di gestione della crisi aziendale.

La pensione donna a 58 anni di età, a prescindere dal numero dei figli, è destinata a coloro che rientrano nelle disposizioni contenute nell’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, ossia:

“lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa”.