Riforma pensioni 2024, dalle annunciate misure stabili – da non confermare anno per anno – a quelle tampone: è questo l’andazzo che potrebbe verificarsi il prossimo autunno in sede di emanazione della nuova legge di Bilancio, con quota 103 in pole per essere confermata anche dopo il 31 dicembre. Qualunque siano i passi in avanti del governo, ci si affiderà al nuovo Osservatorio della spesa previdenziale che dovrebbe entrare a regime già a partire dalla fine di questo mese, in concomitanza con l’insediamento dei nuovi commissari Inps e Inail.
L’Osservatorio, da istituire presso il ministero del Lavoro, avrà il compito di sostituire il vecchio Nucleo di valutazione della spesa previdenziale e di informare il dicastero riguardo all’andamento della spesa per le pensioni, in modo da fornire una programmazione puntuale degli interventi in materia previdenziale che il governo sarà chiamato a emanare nel prossimo autunno. Risultano fermi, invece, i tavoli di confronto con i sindacati che si erano tenuti fino al mese di febbraio al ministero del Lavoro.
Riforma pensioni 2024, quota 41 si farà? Ultime notizie sulle ipotesi del dopo quota 103
Riforma pensioni 2024 ferma, in attesa di conoscere il destino della quota 103 che andrà a scadenza il 31 dicembre prossimo. Intanto il governo punta a implementare l’avvio e le funzioni del nuovo Osservatorio della spesa pubblica, istituito presso il ministero del Lavoro, per avere dati aggiornati sull’andamento della spesa previdenziale, il vero nodo rispetto a tutti gli interventi sulle pensioni. Con gli aumenti di spesa accertati dall’esecutivo nel Documento di economia e finanza (Def) degli anni fino al 2025, non si potranno fare grandi interventi in tema di pensione. Ciò presuppone un rimando della quota 41, la misura che era stata promessa da alcuni partiti della maggioranza in sede di campagna elettorale. Risulta più probabile che l’uscita per i lavoratori precoci possa essere rivista nella seconda parte dell’attuale legislatura, se non alla fine.
Intanto, l’Osservatorio della spesa previdenziale prende forma: la nomina dei quindici membri esperti in materia di pensioni potrebbe arrivare già entro la fine di questo mese insieme alla nomina dei commissari dell’Inps e dell’Inail. Per questi ultimi due posti, si fanno i normi rispettivamente di Mauro Nori, attuale capo di gabinetto del ministero di Via Veneto, e di Francesco Paolo Capone, segretario generale Ugl.
Pensioni anticipate, esclusa una nuova legge organica per il prossimo anno: governo potrebbe confermare quota 103
Sull’Osservatorio delle pensioni interverrà un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dcpm) che disciplinerà anche le attività che svolgeranno i quindici esperti in materia previdenziale. Di certo, l’Osservatorio dovrà fornire un quadro della spesa pensionistica mediante analisi e ricerche dei fattori che influenzano, nella maggior parte dei casi, l’andamento dei conti in fatto di previdenza, anche in ottica previsionale. Gli esperti, dunque, dovranno fornire adeguati approfondimenti anche in vista della ripresa dei tavoli del ministero del Lavoro con i sindacati riuniti, che sono in programma già durante la prossima estate o subito dopo.
L’obiettivo è quello di arrivare in autunno con le idee chiare su quali siano le previsioni di spesa e le possibilità di riforma delle pensioni nella legge di Bilancio 2024. Esclusa quota 41, che consentirebbe ai lavoratori precoci di poter andare in pensione con 41 anni di contributi a qualsiasi età, rimane in piedi l’ipotesi di confermare l’attuale quota 103, entrata a regime anche nel funzionamento dei meccanismi di uscita di quest’anno con l’avvio delle domande all’Inps.
Si tratterà, anche per quest’anno, di istituire delle misure tampone più che di un’organica riforma previdenziale come era nelle intenzioni del governo solo all’inizio di quest’anno. Misure che dovranno poi essere confermate in ciascuna legge di Bilancio, con rimando di quella che può considerarsi come un vero e proprio corso della normativa per portarsi oltre alla legge Fornero.
Buongiorno, non voglio essere polemico anche perchè le polemiche non servono più a nulla, ma quando si parla di “lavoratori precoci” bisogna specificare che non basta aver lavorato e pagato i contributi per 41 anni, non basta avere un anno di contributi prima dei 19 anni, ma bisogna essere, o invalidi al 74%, oppure essere caregiver, oppure essere stati licenziati ed essere iscritti alle liste speciali di disoccupazione da almeno 3 anni, in pochissimi rientrano in questa legge “lavoratori precoci” fatta da politici furbetti !!! prendendo in giro lavoratori che hanno iniziato a lavorare bambini come nel mio caso che ho iniziato a 14, ( parole del Papa, il lavoro minorile lede la dignità umana) basta essere presi in giro anche da voi giornalisti che già godete di poca credibilità, dovete dire le cose come stanno!!!!!