L’emergenza territoriale che ha invaso l’Emilia-Romagna, a causa delle forti piogge cadute nelle ultime settimane, non era un fenomeno che si poteva predire. Ma sicuramente è un evento che in parte è colpa dell’uomo e della cattiva pianificazione territoriale. Il professore Sandro Conticelli, presidente della Società Geologica Italiana, a Tag24 racconta quello che è successo al territorio dell’Emilia-Romagna e quali sono i fenomeni che hanno portato a frane e smottamenti.
Dai primi di maggio la regione Emilia-Romagna è martellata dal maltempo e dalle piogge. Ora parte del territorio è allagato. Cosa è successo dal punto di vista geologico?
“Ci sono smottamenti e frane, causati dall’eccezionalità degli eventi atmosferici che hanno colpito l’Italia centrale e, in particolare il versante adriatico dell’appennino romagnolo. La quantità eccezionale di precipitazioni ha saturato il terreno che non riuscendo più ad assorbire il quantitativo di acqua piovuta iniziano a ruscellare superficialmente causando erosione e innescando i fenomeni franosi”.
Emergenza in Emilia-Romagna, i fenomeni che hanno portato a frane e smottamenti
Quali sono le cause, professore?
“Le cause sono da ricercare nella mancanza di una consapevole gestione del territorio causata sia da una carenza di geologi sia da una mancanza di diffusa cultura geologica. Una consapevole e buona pianificazione territoriale non può prescindere dalla conoscenza geologica diffusa e capillare e dalla incompletezza degli strumenti di base per affrontare il problema”.
Ci sono altre cause?
“Le anomalie climatiche con la estremizzazione delle condizioni metereologiche sono una ulteriore causa di questi fenomeni catastrofici. Il susseguirsi a periodi prolungati secchi di brevi fasi di precipitazioni intense sono una miscela incredibile che innesca una mancata ricezione da parte del terreno delle precipitazioni e un a conseguente ruscellamento che porta all’innesco di smottamenti e fenomeni franosi.”
Ma l’Italia è soggetta a questo tipo di eventi?
“Il territorio italiano è soggetto in maniera particolare ad una instabilità di tipo idrogeologica dei versanti a causa della intrinseca conformazione geologica e morfologica della penisola italiana. Circa il settanta per cento dei fenomeni franosi della comunità europea si registrano in Italia (fonte Dipartimento del Servizio Geologico d’Italia di Isprambiente)”.
Cosa possiamo fare per un’ottima pianificazione territoriale?
“Per fare un’ottima pianificazione territoriale abbiamo bisogno di più figure professionali. La prima e più importante è quella del geologo, e in Italia come nel resto d’Europa ve ne sono sempre meno. Siamo nel pieno di una crisi vocazionale da parte dei giovani. Abbiamo tantissimo lavoro, ma non abbiamo più allieve sufficienti a rimpiazzare le generazioni che stanno uscendo dal panorama del mondo del lavoro per raggiunti limiti di età. Il geologo è il primo gendarme della sicurezza e salvaguardia del territorio, dell’ambiente e degli ecosistemi.”
Ma chi è il geologo?
“Per la salvaguardia degli ecosistemi e la prevenzione e mitigazione dei rischi idrogeologici, sismici e vulcanici, di cui il nostro paese è leader in Europa, sono necessarie conoscenza e competenza. Il geologo è un geoscienziato unico nella sua formazione scientifica e professionale perché riesce ad unire le conoscenze pratiche, con quelle tecnologiche e scientifiche. Poca cultura geologica. Nelle scuole Italiane non si insegnano le geoscienze, e quindi la cultura geologica finisce per essere una scienza sconosciuta ai più, causando una scarsa consapevolezza dei pericoli che un territorio trascurato può nascondere non facendo percepire a ciascuno di noi i rischi che stiamo correndo. “In ultimo lasciatemi lanciare un grido di dolore quando penso al mancato completamento della carta geologica nazionale ufficiale a scala 1:50.000”.
Prego professore
“In pratica, la radiografia del territorio e del suo sottosuolo. Progetto partito nel 1987 e ad oggi realizzato per circa la metà. Per fortuna dopo lunghi anni di sonno il progetto Cartografia geologica è stato rifinanziato dagli ultimi governi e potrà essere portato a compimento nei prossimi anni.”
Ma si poteva evitare questa tragedia?
“Non mi piace incolpare qualcuno, quindi mi lasci dire che noi tutti siamo dei cattivi gestori di noi stessi e del nostro territorio. Conosciamo che il nostro territorio è fragile da un punto di vista geologico ma non riusciamo a mettere in sicurezza i nostri averi, le nostre case, le nostre vite.”