Tufo è il film cartoon che affronta il tema della mafia, basandosi sulla storia vera di Ignazio Cutrò, imprenditore e testimone di giustizia che a partire dal 1999 è diventato uno dei bersagli di un clan mafioso. Il diretto interessato non ha esitato a ribellarsi talvolta trovandosi lontano dalla sua famiglia e amici ed oggi continua la sua battaglia affinché tutto questo prima o poi possa finire.

Il film cartoon è stato realizzato dalla regista torinese, Victoria Musci, e sarà trasmesso il 23 maggio 2023 su Rai 3 e RaiPlay. Inoltre, a giugno parteciperà al Festival di Annecy.

Tufo film Ignazio Cutrò e la sua vita da testimone di giustizia

Ignazio Cutrò si è ritrovato protagonista del film Tufo che tratta il tema della mafia, argomento a lui molto caro. Imprenditore siciliano e Presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, da anni ormai fa parte di un programma speciale di protezione dopo aver aver denunciato i suoi estorsori.

Tutto ha inizio il 10 ottobre 1999 quando Cutrò trova una pala meccanica bruciata in contrada Canfutino a Bivona. La vittima, in quell’occasione, denuncia immediatamente l’accaduto, ignaro che la sua vita sarebbe cambiata completamente. Infatti, da quel momento in poi si sono susseguite minacce, intimidazioni fino al 2006, anno di svolta, quando l’imprenditore ha deciso di diventare un testimone di giustizia. Le sue testimonianze sono state fondamentali per avviare l’operazione “Face off”.

Noi di Tag24 abbiamo chiesto a Ignazio Cutrò qual è il suo pensiero legato alla mafia: “Io sono fortemente convinto che io e la mia famiglia abbiamo scelto da che parte stare e cioè stare dalla parte giusta – ha affermato l’intervistato – Sono convintissimo che non devo essere io ad essere costretto ad abbandonare la mia terra ma devono essere i mafiosi. Come diceva Peppino Impastato: ‘La mafia è una montagna di merda e loro lo sono altrettanto. Non possono sopraffarci e distruggere di più le nostre entità e quello che siamo. La mafia è nata in Sicilia e non possiamo negarlo, ma sono morte tante persone come Borsellino, Falcone, tanti ragazzi e giornalisti. Oggi possiamo dire che ci sono gli anticorpi della mafia e non lo dobbiamo dimenticare perché anche la società civile si è ribellata”.

L’imprenditore non perde occasione di sottolineare come la lotta alla mafia abbia due medaglie, quello del dire e quello del non dire. “Ci sono tantissime persone che hanno denunciato ma poi sono state abbandonate dalle istituzioni – ha affermato Cutrò – la verità qual è? Che noi testimoni di giustizia siamo morti che camminano”.

Tufo, il film cartoon sulla mafia: qual è il messaggio?

Tufo vuole essere un film sulla mafia che attiri l’attenzione di tante persone, grandi e piccoli, affinché capiscano qualcosa in più sul tema. “Il messaggio che si vuole diffondere è il fatto che la mafia si può combattere – ha spiegato Cutrò – con determinazione e testardaggine. Voglio precisare che io non ho un mantello come superman, sono una semplice persone che è andata avanti nella lotta per dignità. Non siamo supereroi ma una famiglia che ha ben chiaro ciò che vuole fare”.

Quindi, secondo l’imprenditore, il messaggio è ben preciso: “Oggi la mafia, anche con questo particolare ha perso. Come diceva Paolo Borsellino, più se ne parla e più loro diventano deboli. E’ questo ciò che si deve fare – ha aggiunto – perché dopo un po’ le istituzioni dimenticano, ma la mafia non dimenticherà mai quello che tu hai fatto”.

L’appello alle istituzioni

Il signore Ignazio continua a lottare insieme alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno lo stesso obiettivo. Il male che la mafia ha fatto non va mai dimenticato e tutte le leggi che Falcone, Borsellino ed altri personaggi hanno fatto nel tempo sono state incisive anche se, secondo l’imprenditore, oggi sembra si stia cercando di affievolirle. “Non so per quale motivo, ma credo sia un errore gravissimo”, ha concluso.