Senza l’autonomia differenziata, il cui disegno di legge è arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri nelle scorse settimane, questa maggioranza non avrebbe più senso d’esistere: parola del governatore del Veneto Luca Zaia. Il presidente leghista è tornato sull’argomento in una intervista a La Stampa.
L’accordo sull’Autonomia è uno dei pilastri di questa maggioranza, insieme al presidenzialismo e alcune altre riforme. Se non passasse verrebbe meno l’oggetto sociale della maggioranza. E oggi non ho nessuna ragione di pensare che con serietà non si affronti il tema.
Zaia: “Autonomia differenziata sostenuta da fior fior di accademici”
Zaia commenta poi il parere del Senato trapelato su LinkedIn, secondo cui il progetto presentato dal ministro per gli Affari regionali Calderoli potrebbe creare un aumento del rischio di disuguaglianze.
Io credo che si sia sorpassato il limite della relazione tecnica: qui ci sono giudizi più politici che tecnici e la prova provata è che fior fiore di accademici e studiosi sostengono esattamente il contrario. Mai visto in vita mia una relazione che si spinge a considerazioni gratuite.
Il governatore non ha ancora sentito il ministro Calderoli, anch’egli leghista, “ma c’è un comune pensare“.
Qui sovrano è il Parlamento e ci sono livelli istituzionali che vanno rispettati. Il primo è il capo dello Stato che ha esaminato e firmato il disegno, poi il governo che lo ha varato, e infine le Camere che lo dovranno ratificare. Io ho rispetto per il lavoro di tutti, ma se di lavoro professionale dobbiamo parlare, allora vorrei vedere da dove hanno tratto i dati su cui basano le loro considerazioni. Tutte le riforme rappresentano grandi cambiamenti sociali e culturali. Evidentemente c’è chi non crede a questa riforma e chi non la vuole, allora fa il piacere di candidarsi in Parlamento, farsi eleggere ed eventualmente votare contro, altro che nascondersi dietro relazioni tecniche.
“Se la riforma non passa Calderoli si dimette? Non faccio nessun annuncio, considerazioni finali il giorno che la vedrò votata”
Il governatore del Veneto si dimostra infastidito da una relazione che “si spinge così avanti fino a sentenziare che si tratta di riforma pericolosa”. Spetterà al Parlamento “fare una discussione” sulle norme che si possono migliorare. E in risposta alla promessa di Calderoli, che si dice disposto a dimettersi dalla politica in caso di stop alla riforma, Zaia ribadisce di non voler fare “nessun annuncio”.
Ho fatto il mio dovere da cittadino con un mandato dal popolo e il voto di 2 milioni e 270mila veneti, il mio futuro e la mia reputazione li avevo messi sul piatto quando ho fatto i referendum. Le considerazioni finali le farò il giorno che la vedrò votata.