Apertura Partiva Iva: chiunque abbia intenzione di avviare un’attività deve necessariamente aprire una Partita Iva. Nello specifico si tratta di una sequenza di 11 cifre rilasciato dall’Agenzie delle entrate, che va ad identificare l’esercente ai fini dell’imposizione fiscale.

Ciò che preoccupa sono i costi. Non tanto quelli di apertura che sono pari a zero, ma quelli periodici, così come quello del commercialista. Anche se non ci sono entrate, comunque si deve un minimo di Iva.

Nel testo, spiegheremo nel dettaglio quali sono tutte le spese da affrontare per l’apertura della Partita Iva e come fare per aprirla.

Apertura Partita Iva, quanto si paga?

L’apertura della Partita Iva è una decisione molto delicata, soprattutto per i costi ingenti che si devono affrontare. Come abbiamo detto non tanto per l’apertura, in quanto il costo è pari a zero, ma per le spese che si dovranno affrontare nel corso del tempo.

Anche la procedura è molto semplice: è sufficiente compilare un modello messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate e trasmetterlo. Tuttavia, per chi non fosse in grado di provvedere da solo a recuperare il modello, compilarlo e trasmetterlo è necessario rivolgersi ad un professionista, la cui spesa deve essere tenuta in conto.

Altre spese da considerare sono l’eventuale iscrizione ad albi professionali oppure alla Camera di Commercio (naturalmente, non per tutte le attività).

Chi deve aprire la Partita Iva? Sono soggetti a tale obbligo coloro che avviano un’attività professionale autonoma nel territorio italiano. Inoltre, sono soggetti all’obbligo anche i lavoratori autonomi occasionali, qualora percepiscano compensi oltre i limiti stabili dalla normativa vigente in tema di prestazione occasionale.

Prima di provvedere all’apertura, bisogna scegliere la forma giuridica dell’attività: ditta individuale, società di persone, società di capitali, cooperativa. Bisogna ponderare molto bene la scelta in base ad alcuni fattori come la dimensione dell’azienda, il capitale iniziale, il settore d’attività e il giro d’affari. Un’altra scelta che bisogna compiere è il tipo di regime al quale aderire: regime ordinario o regime forfettario. Anche in questo caso è opportuno considerare il reddito d’impresa che si prevede di raggiungere e i costi da affrontare. Riflettendoci, più aumentano le spese, maggiormente conveniente sarà il regime ordinario.

Come aprire la Partita Iva

Ci sono due modi per aprire la Partita Iva: direttamente sul sito dell’Agenzia delle entrate oppure personalmente recandosi presso uno sportello dell’ente. C’è anche una terza via. Chi non ha molta dimestichezza può rivolgersi ad un intermediario come un commercialista, un consulente del lavoro o un Centro di Assistenza Fiscale.

Per procedere all’apertura, è necessario comunicare al fisco l’apertura della propria attività dall’inizio, compilando l’apposito modulo (AA9/12, per le persone fisiche e AA7/10 per i soggetti diversi dalle persone fisiche). Il modello deve essere trasmesso all’Agenzia delle entrate tramite i servizi telematici oppure recandosi personalmente presso uno sportello territoriale dell’ente.

Nel modulo si deve indicare il codice Ateco che identifica il tipo di attività. Non sai quale codice inserire? Sul sito dell’Agenzia delle entrate sono presenti tutti i codici esistenti oppure basta consultare il sito dell’Istat.

Una volta inviato il modello, l’Agenzia delle entrate rilascia il numero di Partita Iva che consiste in una sequenza di 11 cifre che indentifica in maniera univoca chi esercita un’attività. Quanto tempo ci vuole per aprirla? I tempi sono particolarmente brevi, anche nel giro di qualche ora.

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