I dati dell’analisi di NielsenIQ (NIQ) parlano chiaro: complice l’inflazione, negli ultimi anni le abitudini degli italiani nel fare la spesa sono cambiate. Se da un lato ci si reca al supermercato più frequentemente, dall’altro si arriva in cassa con un carrello meno “pesante”. Se ne è discusso nella mattinata di oggi, giovedì 18 maggio, a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. Proprio qui ha avuto sede il convegno annuale Linkontro, che prende in esame consumi e abitudini degli italiani.
Le informazioni raccolte da NIQ Italia sottolineano come l’inflazione stia dando i primi cenni di rallentamento. Persiste, tuttavia, uno scenario di contrazione dei volumi nel breve periodo, in riferimento al quadrimestre gennaio-aprile 2023. Nel lungo periodo, tra il 2017 e il 2022, i volumi sono cresciuti.
Inflazione, l’analisi sulla spesa degli italiani: secondo De Camillis (direttore retail NIQ Italia) “il peggio è alle spalle”
Nella conferenza stampa dell’evento, per alcune considerazioni, è intervenuto Romolo De Camillis, direttore retail NIQ Italia.
Il peggio è alle spalle. La flessione dei volumi più significativa si è verificata a gennaio (-6% di gennaio), a febbraio abbiamo visto un -4,8%, -4,7% e infine il -1,4% ad aprile. Per la seconda metà dell’anno è atteso un proseguimento della discesa dei prezzi. Si tratta di capire l’entità ma prevediamo un continuamento della discesa del raffreddamento dei prezzi nella seconda parte dell’anno.
È probabile, secondo De Camillis, “che anche quando i prezzi torneranno ai livelli fisiologici, la ripresa dei volumi tarderà a ripartire“. Ciò significa che potremmo mantenere le nostre attuali abitudini nel corso del tempo. La spesa, insomma, continuerà ad essere fatta con sempre maggiore frequenza, ma con i carrelli più scarichi.
Nel dettaglio, infatti, l’analisi di NielsenIQ testimonia un certo aumento della frequenza dell’acquisto (+3,7%), a fronte di una riduzione del 7,4% per quanto riguarda il numero dei prodotti nel carrello. Per De Camillis, tuttavia, tale abitudine è “una buona notizia”.
Torniamo a fare quello che ci hanno insegnato le nostre nonne: spesa quotidiana per limitare il superfluo. Si tratta di una buona notizia in quanto la frequenza dell’acquisto è associata a una fidelizzazione del cliente verso il negozio.
Un fenomeno che si rivela non solo italiano: lo stesso trend è molto marcato anche in diversi Paesi europei. In Spagna, in particolare, la frequenza d’acquisto è del +6,8% contro il -10,3% dei prodotti nel carrello. Segue il Regno Unito, rispettivamente con il +6,5% e il -8,1%; la Francia (+6,6% e -8,1%) e la Germania (+45 e -9,2%).
Boom di spesa per gli animali domestici
Se da un lato gli italiani si mostrano disposti a fare economia, questo non vale per le spese relative agli animali domestici. Secondo l’analisi, i beni destinati agli amici a quattro zampe sono quelli con un valore maggiore (20,6 milioni di euro), a fronte di una minima riduzione del volume (-1,6%). Di contro, si è più disposti a risparmiare sui prodotti per la cura della casa o della persona (-5,5% e -5,2%).
Un altro dato mostra come la pandemia sia definitivamente alle spalle: nonostante l’inflazione, infatti, tornano a salire i consumi fuori casa, con un incremento del 15,8%.