Controlli dichiarazione dei redditi: a seconda del modello dichiarativo presentato, 730/2023 o Modello Redditi Pf 2023, cambiano le tempistiche dei rimborsi. Se si presenta il 730 i rimborsi arrivano prima; presentando il Modello Redditi bisogna avere un po’ più di pazienza.

In entrambi i casi, però, al verificarsi di alcune situazioni i rimborsi potrebbero bloccarsi. Si tratta di alcuni elementi di incoerenza nei modelli che fanno scattare i controlli da parte dell’Agenzia delle entrate. Spieghiamo quali sono questi casi e quando si rischia di avere i rimborsi bloccati.

Controlli dichiarazione dei redditi, quando scattano e perché

I contribuenti che accettano la dichiarazione precompilata hanno il vantaggio di essere esenti dai controlli dell’Agenzia delle entrate. Invece, se si effettuano modifiche e integrazioni, sia nel caso del 730/2023 che del Modello Redditi, rispetto alla precompilata, allora l’Agenzia delle entrate può effettuare dei controlli.

Tuttavia, eseguire modifiche e integrazioni non è il solo caso che comporta l’effettuazione di verifiche. I controlli sulle dichiarazioni dei redditi vengono effettuati sempre quando il rimborso Irpef è superiore a 4000 euro. In questi casi si parla di controlli preventivi e vengono effettuati sia sui modelli presentati direttamente dai contribuenti sia su quelli presentati tramite professionisti abilitati o dai Centri di Assistenza Fiscale.

Ebbene i controlli possono essere eseguiti entro i quattro mesi successivi dalla scadenza della trasmissione dei modelli e durante questa fase i rimborsi vengono bloccati.

Ritorniamo al caso delle modifiche o delle integrazioni effettuate rispetto alle precompilate. Quali sono gli elementi di incoerenza che possono far scattare un controllo sulla dichiarazione? Si tratta, in tutti i casi, di elementi che producono un cambiamento nella determinazione del reddito oppure dell’imposta e, più nello specifico:

  • Differenza tra quanto riportato nelle Certificazioni Uniche e nel Modello dichiarativo;
  • Presenza di altri elementi di incoerenza rispetto ai dati esposti nelle CU oppure trasmessi da enti esterni;
  • Situazioni a rischio rispetto alle irregolarità presenti nei modelli degli anni precedenti.


Per le dichiarazioni presentate dai contribuenti o tramite il sostituto d’imposta, tramite Caf o professionisti possono scattare i controlli preventivi se i modelli presentano una delle caratteristiche di seguito elencate:

  • Modifiche rispetto alle dichiarazioni precompilate che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta;
  • Elementi di incoerenza rispetto ai criteri previsti dalle Entrate;
  • Rimborso superiore a 4000 euro.

Ecco quali sono i controlli che effettua l’Agenzia delle entrate

Per completezza di informazioni, è opportuno spiegare anche quali sono i controlli eseguiti dall’Agenzia delle entrate. Si distinguono tre tipologie di verifiche eseguite dall’ente sui modelli dichiarativi: automatizzati, formali, di merito.

Nel primo caso, si tratta di verifiche automatiche che vengono effettuate su tutti i modelli. Si tratta, più nello specifico, di una procedura di liquidazione delle imposte, dei contribuenti e dei rimborsi in base agli elementi presenti nelle dichiarazioni e di quelli che risultano nell’Anagrafe tributaria.

La seconda tipologia prevede, al contrario, verifiche in base al riscontro tra quanto contenuto nei modelli presentati e dai documenti dai quali è possibile desumere le informazioni.

Infine, il terzo tipo prevede controlli volti al contrasto all’evasione fiscale. Pertanto, si vanno a rintracciare tutti quei redditi che non sono stati dichiarati dai contribuenti.

Prima di presentare la dichiarazione dei redditi è bene accertarsi di aver inserito correttamente tutti i dati e le informazioni, che i modelli non contengano omissioni o errori e di aver dichiarato tutti i redditi percepiti. Ricordiamo che l’Agenzia delle entrate ha tempo fino a quattro mesi per effettuare controlli e verifiche dalla data di chiusura per la trasmissione dei modelli dichiarativi.

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