Non solo in Italia, ma in tutto il mondo, come ogni 18 maggio si festeggia oggi la Giornata Internazionale dei Musei 2023. Si tratta di un’iniziativa organizzata dall’ICOM (International Council of Museums) per mettere in luce il ruolo centrale dei musei nelle società. E mostrare il contributo che essi possono apportare nei più svariati ambiti, tra cui quello, molto attuale, dello sviluppo sostenibile. Ne abbiamo parlato con Adele Maresca Compagna, vicepresidente dell’ente in Italia.
Giornata Internazionale Musei 2023 Italia: intervista alla vicepresidente dell’ICOM
L’ICOM e la sua missione
Che cos’è e quando è nata l’ICOM?
L’ICOM è stata creata in stretta sinergia con l’Unesco per promuovere lo sviluppo dei musei in quanto istituzioni fondamentali per la promozione della conoscenza, del dialogo, dell’intesa e della pace fra i popoli. Siamo all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Nasce quindi anche sulle ceneri del patrimonio museale a cui la guerra e i bombardamenti avevano inferto delle ferite molto gravi.
Si tratta di un’associazione che raggruppa sia istituzioni culturali – musei o strutture che si occupano di musei – sia professionisti museali, cioè persone che vi aderiscono su base volontaria, producendo testimonianza della loro attività nei o per i musei. Attualmente è presente in circa 119 Paesi di tutti i continenti, anche se il nucleo più forte è quello europeo.
Comprende i comitati nazionali, che rappresentano i soci di un determinato Paese e 32 commissioni internazionali tematiche che affrontano aspetti particolari, come la conservazione e il restauro o la comunicazione, o che si riferiscono a specifiche tipologie di musei (naturalistici, archeologici, ecc.).
Quali sono i suoi obiettivi?
Da una parte promuove studi e documentazioni sui musei ed emana linee guida e standard che dovrebbero guidare le pratiche museali, tra cui quella di definire cosa si intende per un museo. In questo senso proprio l’anno scorso, nel 2022, è stata votata una nuova definizione ICOM di “museo”, che apre ad una visione molto più orientata verso la società (il museo viene ribadito come un’istituzione permanente, senza scopo di lucro e a servizio della società). D’altra parte partecipa anche alle iniziative dell’Unesco e di altre associazioni per la tutela del patrimonio culturale in tutto il mondo.
La Giornata Internazionale dei Musei 2023, in Italia e non
In questo senso si colloca la Giornata Internazionale dei Musei. In cosa consiste e con quale scopo è stata creata?
La Giornata internazionale dei musei è nata nel 1977 e si svolge ogni anno in tutto il mondo in questa data, il 18 di maggio. Intende da un lato promuovere nei diversi Paesi una relazione forte con le comunità e con gli Stati, ribadendo il ruolo importante dei musei; dall’altro riflettere su alcune tematiche che vengono scelte di anno in anno, organizzando iniziative, sia nazionali che locali, come mostre, eventi, laboratori, dibattiti. Negli ultimi anni, a partire dalla Conferenza Internazionale di Kyoto del 2019, che ha voluto ribadire che i musei svolgono un ruolo fondamentale nel realizzare dei futuri sostenibili, si è deciso di concentrare ogni anno l’attenzione su alcuni obiettivi specifici dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Quest’anno quelli prescelti sono i seguenti: da un lato la salute e il benessere globale (obiettivo numero 3), per garantire a tutte le persone una vita sana, promuovendo il benessere ad ogni età, in particolare per quanto riguarda la salute mentale e l’isolamento sociale; la lotta contro il cambiamento climatico (obiettivo numero 13) – tema purtroppo attuale in questi giorni, in Italia –, e quello della vita sulla Terra (obiettivo numero 15). I musei non sono protagonisti delle azioni politiche e amministrative sul territorio, ma possono contribuire anzitutto partendo da sé stessi, cioè adeguando le strutture per garantire una gestione eco-sostenibile, e poi sensibilizzando i cittadini e i territori su questi temi.
È un tema molto d’attualità, che viene studiato e analizzato a livello internazionale, quello del rapporto tra la cultura e il benessere. Benessere inteso a tutto tondo – sociale, cognitivo, psicologico ed emotivo – che passa in primis attraverso l’accessibilità ai luoghi – quindi il godimento di beni e servizi –, ma si estende anche alla possibilità di “godere” in senso spirituale. Soddisfacendo il bisogno che ogni individuo ha di vivere serenamente, nutrendosi di cultura, arte e bellezza.
La questione dello sviluppo sostenibile
Se volessimo riassumere con poche parole la missione dell’ICOM, facendo riferimento al tema di quest’anno, potremmo dunque utilizzare “sviluppo sostenibile”?
Sì, tenendo conto che ha tantissime sfaccettature. Quest’anno se ne approfondiscono due tematiche. Il contributo che i musei possono dare alla sensibilizzazione sui cambiamenti climatici e su una vita sul Pianeta rispettosa della natura, ecc., e sul benessere delle persone e poi della collettività.
Uno dei temi proposti negli scorsi anni è stato quello del “rigenerarsi e reinventarsi” dopo la pandemia. Cosa è cambiato per i musei con il Covid-19?
Finora ci si è confrontati soprattutto con la cura del patrimonio, cioè la conservazione di un patrimonio che abbiamo ereditato dal passato e la comunicazione, con la conseguente diffusione della conoscenza; ora ci dobbiamo reinterrogare, come professionisti museali, su come possiamo contribuire alla cura e all’espansione vitale delle persone. Sempre più le politiche museali dovranno essere orientate alle persone, oltre che al patrimonio che conservano. Abbiamo bisogno di trovare degli strumenti di maggiore dialogo sia con i visitatori che con le persone che sono fuori dai musei – le comunità e i diversi attori del territorio – per ascoltare, raccogliere le nuove esigenze e trovare delle modalità con cui possano partecipare attivamente alla vita dei musei.
Finora com’è stato il riscontro mostrato dagli utenti in occasione di queste giornate?
Le iniziative sono varie e diverse. Mi sembra che un certo riscontro ci sia. Molti professionisti museali sono consapevoli dei cambiamenti da introdurre. Occorre però che queste iniziative sporadiche si trasformino in politiche sistematiche. C’è bisogno che i decisori politici e i direttori museali facciano propria questa visione strategica e mettano questi obiettivi tra le priorità dell’azione dei musei.