La novel tra Renzi e Calenda è una sceneggiatura degna per una mini serie su Netflix; un vero e proprio thriller politico. Una partita a scacchi tra due leader che mai si sono veramente sopportati o forse mai hanno pensato veramente di farlo. Dopo dispetti e ruberie di parlamentari arriva, forse, la mossa che rovescia definitivamente lo scacchiere per il futuro dell’alleanza tra Azione e Italia Viva. In un battito di farfalla l’idea di partito unico del terzo polo si è trasformata in un nulla di fatto, un vortice di narrazioni, litigi e dispetti, dilaniati dall’ego di due leader in competizione. Renzi coglie nel segno e raggiunto il numero necessario, da grande seguace di Macchiavelli, da il via alle danze per la una separazione dei gruppi.
Calenda risponde a Renzi: “i retroscena sui gruppi parlamentari non vengono da Azione”
“Ha deciso di rompere i gruppi parlamentari. Ne prendiamo atto, non so che altro dire“, ci tiene a precisare un Calenda sconcertato questa mattina in una conferenza stampa. Il leader di azione ha potuto dire la sua sulle voci che vedevano Renzi prontissimo a separare i gruppi parlamentari di Italia viva e Azione. E continua: “Tutti i retroscena che leggete sui giornali non sono arrivati da noi. Non sappiamo nulla di questo dibattito sui gruppi parlamentari e non riteniamo neanche che sia tema da trattare in questo momento di emergenza”. A queste parole sono la prova che non sembrano esserci segni di una futura pace tra i due, troppo uguali sulla loro volontà di comando. Troppo simili perché uno dei due potesse pensare di fare veramente l’assist-man e lasciare il brivido del gol all’altro.
Niente da fare per la futura lista europea
Bisogna precisare però, che la cosa è stata riaperta questa mattina proprio da Renzi in tv, a Sky tg24. L’ex premier ha puntato diritto contro il suo ex ministro “non si tratta di questione morale ma per lui è più una di questione umorale” accusandolo di usare metodi “grillini” di attacco. E poi Renzi si lascia andare in uno dei più classici dei suoi tormentoni politici, la previsione: “se continua così non avrà nemmeno più il suo, di partito”.
Non sembra più riparabile la rottura e infatti non sembra essere anche più solo una questione di gruppi o di soldi e sullo sfondo appare ancora più evidente che la scollatura definitiva sia arrivata per la mancanza di accordo sulla questione della lista unitaria per le prossime Europee. Questione sulla quale Renzi sta facendo pressing perché si accetti la lista unica con Macron ma che Calenda ha snobbato da subito dicendo di avere “già dato”.