Si parla ancora di caro affitti. La protesta degli studenti e delle studentesse di tutta Italia ha alzato il livello dell’attenzione su quello che è, a tutti gli effetti, un problema realmente percepito e che complica la vita universitaria di tante e tanti. Ieri, in Parlamento, il governo ha ritirato, per estraneità di materia, l’emendamento contro il caro affitti che avrebbe destinato 660 milioni di euro a sostegno degli studenti. Poiché rischiava di essere dichiarato inammissibile, dunque, è stato ritirato durante la seduta congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera. Questo ha innescato una reazione abbastanza rabbiosa da parte delle opposizioni, specialmente quella rappresentata dal Partito Democratico. Ma il governo, per parola stessa del ministero competente, ha promesso massimo impegno.

Caro affitti, Bernini: “Sarà nostro pane quotidiano”

Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, è intervenuta in un question time alla Camera dei deputati ed ha parlato del Caro affitti come di: “un tema importantissimo, sarà il nostro pane quotidiano fino al 2026”. E ancora:

Questo governo – ha spiegato Bernini – sa che garantire il diritto allo studio non è una parola ma un percorso, significa mettere in campo non una ma più azioni contemporaneamente. Lo stiamo facendo anche, ma non solo, coi fondi del Pnrr. L’obiettivo, ambizioso, del governo è 60mila posti letto entro il 2026 a fronte dei circa 40mila posti letto, ad oggi disponibili. Questa è l’eredità di decenni, 40mila posti letto.

L’obiettivo del governo: più posti letto entro il 2026

Bernini ha preso di petto la questione denotando sensibilità e attenzione tant’è che, qualche giorno fa, aveva addirittura redarguito il Ministro Valditara per alcune dichiarazioni. Attenzione massima, quindi, ma anche obiettivi posti: 60mila posti letto entro il 2026. Il governo lavorerà a questo per allargare l’attuale disponibilità di 40mila posto letto. La Ministra dell’Università e della Ricerca, su questo, ha aggiunto:

La riforma – ha assicurato Bernini – è partita e anche bene. Con un primo intervento, grazie ad uno stanziamento di 300 milioni di euro – PNRR -, sono stati creati 8.581 posti letto aggiuntivi, di cui 7.524 già assegnati a studenti universitari. Il che significa un posto letto, un’anagrafe. Questo è molto importante per il controllo della Commissione sui target. Con il decreto-legge Aiuti-ter, e con i due Decreti attuativi successivi, si è previsto l’ingresso anche degli operatori privati all’interno del mercato.

Su Bernini ha detto di voler essere essere particolarmente chiara:

Per consentire di soddisfare a pieno la domanda attuale nei tempi di realizzazione imposti dal PNRR la strada del partenariato pubblico-privato è imprescindibile. Il PNRR non impone alcuna restrizione sul tipo di operatore chiamato a realizzare gli interventi, perché un obiettivo strutturale come quello previsto ha bisogno di tutte le forze in campo: lo Stato, da solo, non riuscirebbe a soddisfare la domanda.

Tra il pubblico ed il privato

A chi ha accusa il governo di lasciare eccessivo spazio all’intervento privato, a discapito di quello pubblico, Anna Maria Bernini ha risposto chiaramente che:

L’intento è di valorizzare il contributo che “anche” gli investitori privati possono dare, mediante partenariati con il pubblico, dato il bisogno crescente di posti letto e di un mercato che in molte aree del territorio italiano deve essere creato dal nulla.

Infine:

Per dare concreto avvio agli investimenti e selezionare gli interventi, il 12 maggio è stata lanciata una manifestazione di pubblico interesse per stilare una mappa degli immobili idonei, mentre domani avvieremo un gruppo operativo di coordinamento con le Regioni, l’Anci, il Cnsu, la Crui, e l’Andisu. Il Pnrr è solo una parte di un progetto più ampio. Questo governo, a solo un mese dall’insediamento ha affrontato il tema degli alloggi stanziando 467 milioni per il V bando della Legge n. 338/2000. E 500 milioni per le borse di studio.