L’alluvione in Emilia Romagna porta a 8 il bilancio dei morti e a 5.000 il numero degli evacuati. Con 21 fiumi esondati, 22 corsi con il livello delle acque oltre la soglia critica, 35 comuni allagati e 48 a rischio frana il pericolo è massimo. Nello Musumeci, ministro per la protezione civile e per le politiche del mare ha fatto sapere come, in 36 ore, sia caduto un quantitativo di pioggia equivalente a sei mesi di precipitazioni.
Il Governo ha annunciato, nel frattempo, la convocazione di un Consiglio dei ministri straordinario per fronteggiare l’emergenza in corso e ha rassicurato la popolazione dell’Emilia Romagna sulla presenza delle istituzioni. Anche Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, ha voluto lanciare un messaggio di solidarietà ai cittadini emiliani e romagnoli, sottolineando come “sia inaccettabile morire, ancora oggi, per pioggia e fango”.

Alluvione in Emilia Romagna, Bandecchi (AP): “Effetti evidenti del cambiamento climatico”

Stefano Bandecchi ha espresso, in un comunicato, la sua vicinanza alle popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna. Non è la prima volta che il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, candidato sindaco a Terni, denuncia la necessità di mettere in campo politiche lungimiranti e strutturali contro il dissesto idrogeologico.

Di fronte a questo nuovo disastro che sta colpendo l’Emilia Romagna, per Bandecchi è urgente una riflessione seria, poiché “è inaccettabile morire in questo modo, per pioggia e fango”. Nella lotta al dissesto idrogeologico, infatti “le soluzioni esistono“. Per questo non è più possibile rimandare la messa in campo di un piano che metta “il nostro territorio in condizione di rispondere ai fenomeni metereologici estremi sempre più frequenti”. Secondo Bandecchi, infatti,

“Dobbiamo puntare sui controlli e sulla sicurezza, sulla revisione e manutenzione costante dei sistemi idrogeologici, sul monitoraggio dei dati e sulla raccolta e la trasmissione delle informazioni relative alle condizioni dei fiumi e alle precipitazioni”.

Il coordinatore di Alternativa Popolare sottolinea, poi, la necessità di seguire le indicazioni della scienza. Il sempre più frequente verificarsi di questi episodi è nient’altro che un effetto evidente della crisi climatica, seppur molti vogliano ancora minimizzare questa evidenza. Per questo occorre che si mettano in campo politiche strutturali di adattamento ai cambiamenti climatici per aumentare la resilienza dei territori. Questi progetti, per altro, richiederanno una notevole quantità di fondi che è obbligatorio trovare. Il Paese non può più assistere alla devastazione di interi territori impotente: occorre prendere atto della situazione e mettere, dunque, le politiche contro il dissesto in cima alle priorità.