Joe Biden ha commentato il possibile rischio di default degli Usa a partire dal 1° giugno. A lanciare l’allarme per prima era stata la segretaria al tesoro Janet Yellen. Senza un aumento del tetto del debito, gli Stati Uniti rischiano di andare incontro ad una “tempesta economica e finanziaria senza precedenti”.
In un tweet, il presidente americano ha voluto allontanare questa ipotesi, cercando di rassicurare il popolo a stelle e strisce.
Se l’America facesse default, quasi otto milioni di americani perderebbero il loro posto di lavoro e gli Usa scivolerebbero in recessione. Non è un’opzione. Sarebbe devastante per l’America e francamente per il mondo intero.
Proprio oggi, mercoledì 17 maggio, è in programma la partenza di Biden alla volta del Giappone, dove parteciperà al G7 di Hiroshima. L’inquilino della casa Bianca è stato costretto a modificare alcune tappe del viaggio: non si recherà in Australia e Papua Nuova Guinea per rientrare il prima possibile a Washington. Obiettivo, cercare un accordo con i repubblicani atto ad evitare lo scenario peggiore.
Usa a rischio default, la Casa Bianca: “Biden è ottimista sulla possibilità di un accordo”
Proprio alla Casa Bianca, prima della partenza di Biden, il presidente Usa ha incontrato i leader democratici per cercare di sbrogliare la matassa. Kevin McCarthy, speaker repubblicano della Camera, ha parlato di un accordo “possibile entro il fine settimana”, nonostante posizioni “ancora lontane”.
Abbiamo molto lavoro da fare in poco tempo.
McCarthy ha rimarcato la bontà della decisione del presidente di nominare due persone per trattare direttamente con le parti in causa, in modo da stringere i tempi. La Casa Bianca riferisce che il presidente “è ottimista sulla possibilità di un accordo bipartisan e responsabile se le parti continueranno a negoziare in buona fede”. Tale accordo scongiurerebbe altre soluzioni più drastiche.
Nell’ottica di trovare un punto d’incontro, un piccolo gruppo di democratici moderati ha anche assicurato a McCarthy sostegno in caso di ribellioni tra i conservatori e una possibile richiesta di una sua rimozione da Speaker. Una mossa che potrebbe donare nuova sicurezza al leader dei repubblicani alla camera, che offrirebbe maggiori concessioni forte di un solido futuro politico.