Nonostante sia stata ritenuta in grado di affrontare il processo, Alessia Pifferi sarebbe affetta da un grave ritardo mentale. È quanto emerso nel corso dell’udienza tenutasi ieri nell’ambito del dibattimento a carico della donna, accusata di aver abbandonato la figlia di un anno e mezzo, lasciandola morire di stenti. L’avvocata che la difende, Alessia Pontenani, ha puntato il dito contro la mamma e la sorella dell’imputata, dichiarando che le due sarebbero da indagare per “abbandono di minori”. Questo perché, pur essendo consapevoli delle condizioni della donna, le avrebbero permesso di badare alla piccola Diana in autonomia.
Alessia Pifferi ha un ritardo mentale grave: la perizia dei medici del carcere di San Vittore
In sostanza, secondo la legale che difende la donna, le due sarebbero da indagare perché avrebbero abbandonato la nipote alle sole cure della madre, Alessia, pur essendo a conoscenza dei suoi problemi mentali. A metterli in luce, in una rivelazione shock, è stata la perizia presentata nel corso dell’udienza tenutasi ieri, effettuata in carcere dall’équipe dei medici del San Vittore di Milano. Stando a quanto emerso dal documento, Pifferi avrebbe un “quoziente intellettivo pari a quello di una bambina di 7 anni” a causa di un “grave ritardo mentale”. L’opinione dell’avvocata Pontenani è che la bimba (Diana) sia stata lasciata “nelle mani di un’altra bambina”, con le disastrose conseguenze che ne sono derivate.
La 37enne è accusata di omicidio volontario aggravato per aver abbandonato la figlia di un anno e mezzo per circa sei giorni, facendola morire di stenti a causa della fame e della sete. Il tutto per raggiungere il nuovo compagno, a cui aveva raccontato di aver lasciato la bimba dalla nonna. Non era la prima volta che si comportava in un modo simile: spesso aveva abbandonato Diana a sé stessa, forse proprio con l’intento di liberarsi di lei, vissuta come un ostacolo alle sue relazioni amorose. I nuovi dettagli emersi nel corso del processo fanno pensare che potrebbe non essersi resa conto della situazione.
Per questo la difesa starebbe cercando di ottenere una perizia psichiatrica e dimostrare la sua eventuale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Fino ad ora la Corte d’Assise di Milano aveva deciso di non concedergliela, ritenendola in grado di sostenere il processo a suo carico. Il documento presentato ieri potrebbe, forse, cambiare la situazione.
L’accusa nei confronti della mamma e della sorella dell’imputata
È una tragedia per tutti, questa. Per me la madre e la sorella dovrebbero essere indagate per abbandono di minori,
ha dichiarato ieri l’avvocata Pontenani. Di recente, in alcune lettere indirizzate alle donne dal carcere, anche Alessia Pifferi si era scagliata contro di loro, accusandole di non averla aiutata.
Ti ho sentito descrivermi come un mostro, Viviana, cos’è un mostro? Me lo sapresti dire per favore? Uno che ha cercato di crescere da sola una bambina al meglio e amarla in tutti i modi? Una donna che forse avrebbe avuto bisogno di un po’ di aiuto?,
avrebbe scritto alla sorella. Lei, dal canto suo, aveva fatto sapere di approvare la decisione dei giudici di non concederle la perizia psichiatrica. Da sempre sostiene che la donna non possa aver agito perché colta da un “raptus”, visto che avrebbe lasciato sua nipote da sola per svariati giorni. Per questo chiede che sia condannata e che, per la piccola Diana, possa finalmente essere fatta giustizia. Alle udienze tenutesi fino ad ora ha sempre indossato una maglia con delle fote della bimba e, insieme alla madre, si è costituita parte civile al processo. Intercettata dai microfoni di Fanpage.it aveva dichiarato che “Alessia è indifendibile”.