Nuove frecciate dalla Francia all’Italia sul tema dei migranti: anche in questa occasione è il ministro dell’Interno Gerald Darmanin a punzecchiare il governo Meloni sul tema. Ai microfoni di France Inter, Darmanin accosta la premier italiana a Marine Le Pen: entrambe, a detta del ministro francese, “non hanno il modello giusto” sulla questione.
Quando si fanno promesse avventate, quando si è esponenti dell’estrema destra – la Meloni non è propriamente una progressista di sinistra – ci si rende conto che la realtà è più dura. Il mio attacco non è contro gli italiani, ma contro le personalità politiche.
Migranti, dalla Francia un nuovo attacco di Darmanin all’Italia: le sue frecciate al governo Meloni
Come accennato, non è la prima volta che Darmanin non risparmia una frecciata al governo italiano. Qualche settimana fa, il ministro aveva affermato che Meloni “non è in grado di risolvere i problemi migratori”. Le sue parole erano legate ad un intervento a gamba tesa indirizzato a Le Pen, e si sono poi spostate verso il governo italiano, considerato “amico” dell’ex europarlamentare. Secondo Darmanin la crisi migratoria in corso in Italia, che impatta anche sulla Francia, è ingestibile per un governo di estrema destra, che ha il “vizio” di “mentire alla popolazione”.
Dichiarazioni dai toni aspri e diffamatori, che avevano incontrato la piccata risposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha annullato la sua visita in programma a Parigi. Ai microfoni del Corriere della Sera, il titolare della Farnesina ha giudicato quella di Darmanin “una raffica di insulti gratuita e volgare verso un Paese amico”.
Ha detto che siamo un governo di estrema destra, ha paragonato la Meloni alla Le Pen. C’è un attacco a freddo, come un pugnalata alle spalle, da parte di un esponente di primo piano del governo della Francia. Non sono cose che si possono ignorare. Di sicuro però il resto dell’esecutivo di Macron non la pensa come Darmanin.
In quell’occasione le scuse del governo francese per le parole del ministro non erano arrivate. Chissà se questa volta l’esecutivo di Macron si esprimerà ufficialmente sulla vicenda.